Secondo Francesco Le Foche, immunologo clinico dell’università La Sapienza, affinchè il coronavirus sia definitivamente sparito, bisognerà attendere almeno la prossima primavera: «Ci sono le premesse per essere fiduciosi – le sue parole ai microfoni del Corriere della Sera in data 12 ottobre – e aspettarsi che questa epidemia entro marzo-aprile sia finalmente domabile». Nonostante i casi di contagio siano aumentati in maniera esponenziale negli ultimi giorni, in linea comunque con i dati degli altri paesi europei, Le Foche non sembra preoccupato: «La maggior parte dei contagiati esprime una forma di malattia molto blanda probabilmente perché la carica virale del Sars-CoV-2 è molto bassa. Per carica virale – specifica – si intende la quantità di virus che aggredisce una persona esposta al contagio. Se la carica è bassa l’individuo non si ammala». Fondamentale a riguardo il ruolo delle mascherine, tornate obbligatorie da circa una settimana a questa parte: «Le mascherine stanno svolgendo un ruolo fondamentale. Bloccano il virus o nella peggiore delle ipotesi ne riducono la trasmissione e questo fa sì che chi si infetta non riporta gravi danni».



LE FOCHE: “4 VACCINI SULLA BUONA STRADA”

Le Foche ricorda poi come il vaccino contro il coronavirus sia ormai nella sua fase finale, ed entro i primi mesi del 2021 dovrebbe essere finalmente disponibile: «Sono sulla buona strada almeno 4 vaccini basati su diverse tecnologie – ha spiegato ancora il medico dell’università romana – ono o più tra questi dovrebbero essere pronti e somministrabili a fine inverno o anche prima. Sono inoltre in dirittura d’ arrivo gli anticorpi monoclonali, in cui credo molto. Avranno un ruolo fondamentale come è stato per altre malattie, ad esempio quelle autoimmuni. Sono farmaci biotecnologici che svolgono la funzione del sistema immunitario nel difenderlo». La cosa certa è che a causa del coronavirus andrà riscritta una parte dell’immunologia: «Il Sars-CoV-2 riesce a manipolare le nostre difese immunitarie e sul primo momento non viene capito. Per questo l’ organismo tarda ad approntare una reazione e quando infine lo fa è sconclusionata a tal punto da innescare un’ infiammazione abnorme che crea danni e non sempre può essere contenuta».

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