Stando a quanto specifica il professor Francesco Le Foche, immunologo clinico del Policlinico Umberto I di Roma, la variante Omicron è meno aggressiva rispetto alla Delta, e nel giro di un paio di mesi/tre, dovremmo iniziare a convivere con la stessa. «Credo che la variante Omicron possa essere la variante ponte per il passaggio dalla fase pandemica a quella endemica», sono le parole rilasciate oggi ai microfoni del Corriere della Sera. «Il virus, replicando nelle prime vie aree – ha proseguito – è molto più contagioso, ma arriva meno in profondità e quindi è meno patogenico. Per le persone che hanno ricevuto la terza dose e con un sistema immunitario sano, sviluppa sindromi clinicamente meno aggressive, tranne in casi molto rari».



Poi Le Foche ha proseguito, guardando con ottimismo al futuro: «Credo che nel giro di due o tre mesi arriveremo, proprio grazie alla variante Omicron, al passaggio dalla fase pandemica a quella endemica, nella quale dovremo imparare a convivere con il virus non tralasciando comportamenti attenti e responsabili. Perché ciò avvenga è però necessario andare avanti con le vaccinazioni, immunizzando quante più persone possibile».



LE FOCHE: “SENZA VACCINO OSPEDALI SAREBBERO A RISCHIO”

Fondamentale sarà infatti continuare a vaccinarsi in massa: «Senza il vaccino, con la contagiosità così alta, si rischia di sovraccaricare il sistema sanitario in maniera insostenibile. Il vaccino è sicuro, non dà effetti collaterali importanti e protegge dai casi più gravi della malattia e in misura minore anche dal contagio. Se noi riusciamo ad arrivare in primavera avendo vaccinato il 93-95% della popolazione, allora potremo davvero entrare in una nuova fase in cui con le debite misure potremo convivere serenamente con il virus».



E a proposito di vaccini, Le Foche si dice ovviamente favorevole all’obbligo vaccinale: «Come immunologo, avrei il piacere di vaccinare tutta la popolazione. L’obbligo è una decisione politica. In 37 anni di attività medica ho visto i risultati ottenuti con i vaccini, malattie come l’epatite B o la pertosse sono state quasi azzerate. In particolare i vaccini con Rna messaggero sono sicuri e non c’è motivo di averne paura, hanno cambiato innovandola la modalità vaccinale pur mantenendo la sicurezza. È una tecnica che sta aprendo nuove ipotesi terapeutiche per il futuro». In queste ultime ore è tornato intanto a scoppiare il dibattito sulle scuole, su chi vorrebbe posticipare la riapertura degli istituti, ma secondo Le Foche bisognerebbe agire sugli studenti in altro modo: «Ci stiamo avviando al picco di questa ondata entro 2-3 settimane, quindi il rinvio tutto sommato non inciderebbe molto. Insisterei invece sulla necessità di immunizzare anche i bambini fra i 5 e gli 11 anni. È vero che in questa fascia di età i casi gravi sono pochi e riguardano perlopiù soggetti fragili, però ci sono bambini apparentemente sani che hanno invece una predisposizione a sviluppare una malattia infiammatoria o con fattori di rischio ancora non evidenziabili clinicamente e che andrebbero incontro, in caso di contagio, a una patologia importante. Per questo motivo, per la loro sicurezza, i bambini vanno vaccinati previa giusta sensibilizzazione dei genitori da parte del pediatra di riferimento».