Per l’immunologo clinico del Policlinico Umberto I di Roma, Francesco Le Foche, una delle voci più autorevoli durante la pandemia di covid in corso, quando tre quarti della popolazione italiana avrà ricevuto la terza dose, acquisiremo maggiore libertà. Intervistato nelle scorse ore dal Corriere della Sera ha spiegato: «Quando saremo più liberi? Presto, ne sono sicuro, ma occorre un po’ di pazienza. Tra un paio di settimane, tre al massimo, la curva dei contagi tenderà a scendere. E allora si potranno alleggerire gradualmente le misure di contenimento del virus». Quindi ha meglio argomentato: «La strada maestra è la vaccinazione. Dobbiamo assolutamente arrivare al 75% di persone con la terza dose, soltanto a quel punto avremo raggiunto un’immunità sociale davvero importante. Adesso siamo circa al 50% e non è male, parliamo di 30 milioni di persone che hanno già ricevuto il booster, però dobbiamo fare ancora meglio, per poter riaprire in sicurezza».
Il prossimo step verso la libertà potrebbe essere l’eliminazione della mascherina all’aperto: «Certamente. Mantenendo un comportamento attento, immagino che, all’aperto e in momenti di tranquillità, si potrà di nuovo girare a volto scoperto. Dovremo imparare a convivere con questo virus – aggiunge Le Foche – grazie ai vaccini saremo complessivamente meno fragili ed esposti al contagio. E se pure ci ammaleremo, non si tratterà più di una patologia tanto grave». Secondo l’immunologo del Gemelli, il covid resterà ancora a lungo fra di noi, ma senza dubbio risulterà essere meno letale: «Grazie all’immunità sarà declassato e depotenziato. Andrà affrontato diversamente anche negli ospedali. Se al pronto soccorso arriverà un ferito per incidente stradale che risulterà positivo al test, andrà operato nel reparto competente e non necessariamente indirizzato in quello riservato ai malati di Covid».
LE FOCHE: “REGOLE QUARANTENA A SCUOLA DA RIVEDERE”
Cambieranno anche le regole riguardanti le quarantene, soprattutto quelle per le scuole: «Quelle regole, in effetti, sono complicate – dice Le Foche – la burocrazia andrebbe snellita, ma questo spetta al Comitato tecnico-scientifico e sono sicuro che ci metteranno mano appena avremo le condizioni giuste». Serve invece ancora un po’ di tempo per la riapertura delle discoteche: «In questo momento non ci sono le condizioni, i contagi al chiuso con questa variante sono ancora troppo alti, speriamo di riaprire a breve».
Ma quando sarà il momento in cui inizieremo a rivedere la luce in fondo al tunnel? «Da marzo in poi credo che potremmo riacquistare una certa serenità rispetto al virus, che verrà declassato a condizione di patologia meno grave. Parleremo sempre meno di polmoniti bilaterali e le conseguenze gravi diventeranno rare, eccezionali». Sulla quarta dose, comunque, Le Foche storce il naso: «Non sono sicuro che sia necessaria. Già con la terza abbiamo una sorta di corazza contro il virus, stimolando i linfociti T di memoria. Potremmo essere parzialmente protetti pure da nuove varianti». Ma le vacanze estive saranno normali? «Non ho la palla di vetro, ma spero proprio di sì».