Le Grand Bal di Laetitia Carton arriverà nelle sale italiane domani 2 maggio 2019 e c’è grande attesa per uno dei documentari migliori degli ultimi anni. La regista francese, al suo quarto lungometraggio, ha voluto raccontare il mondo del Grand Bal de l’Europe, annuale evento francese in cui più di 2 mila persone si riuniscono da ogni parte d’Europa per un’esperienza straordinaria: per 7 giorni e 8 notti, nella campagna del piccolo comune di Gennetines, persone di ogni età e di ogni estrazione sociale ballano su nove pedane sotto tendoni all’aria aperta. La musica non si ferma mai e nel corso delle giornate si alternano le melodie tradizionali e quelle più moderne. Un inno alla passione della danza tra stage, concerti e relazioni che si rinforzano o che nascono in un’atmosfera intima e allo stesso tempo conviviale come quella della danza.
Presentato alla 71° edizione del Festival di Cannes, Le Grand Bal è stato in lizza per il miglior documentario ai Cesar, i cosiddetti Oscar francesi, e ha raccolto ampi consensi tra critica e pubblico. Un riscontro positivo più che meritato: Laetitia Carton riesce a trasmettere allo spettatore le grandi emozioni provate da lei. La regista francese, che ha potuto fare affidamento a due squadre per seguire il flusso ininterrotto di danza e musica, non si sofferma unicamente sul ballo: la macchina da presa cattura emozioni, sguardi e conversazioni che si intrecciano nel corso dei giorni e delle ore. Ballerine e ballerini si sono messi in gioco con grande spontaneità, con la cineasta di Vichy e la sua troupe che hanno svolto un ottimo lavoro in fase di ripresa e post produzione: la qualità visiva è eccezionale e, nonostante non ci sia nemmeno una sequenza artefatta, alcuni piani sequenza rasentano la perfezione a livello di costruzione della narrazione.
E c’è un messaggio che, soprattutto al giorno d’oggi, arriva con grande forza allo spettatore: nel Grand Bal e più in generale nel mondo della danza, non c’è spazio per alcun tipo di differenza tra persone, che sia questa di sesso, razza, età o altro. Esistono solo ballerine e ballerini, lo status si annulla: un vero e proprio inno all’uguaglianza. Il ballo aiuta ad alimentare e rafforzare questo concetto, permettendo di ritrovare il piacere di essere con altre persone e di avere delle relazioni che non esistono più da tempo. Menzione speciale per il montaggio di Rodolphe Molla, eccezionale. Un film da non perdere, danza e cinema si incontrano e formano un mix irresistibile: Laetitia Carton firma un documentario che racconta un microcosmo felice e armonioso, del resto «la condivisione è essenziale, è quello che dà senso alla vita in generale».