Le ibride sorpassano le auto a benzina. Nella classifica delle vendite europee di settembre, per la prima volta, risultano le vetture più gettonate: ne sono state immatricolate oltre 337mila (+12,3%), mentre le macchine a benzina sono scese del 18,8%, arrivando a quota 329mila. Il mercato, insomma, osserva Pierluigi Bonora, giornalista de Il Giornale ed esperto del settore automobilistico, sta dando una lezione alla UE: le tanto decantate auto elettriche, pur registrando un lieve incremento, rimangono ancora poco richieste dagli automobilisti, che invece suggeriscono l’ibrido come soluzione principale.



Un dato che suona anche come invito alla politica a cambiare i piani per il 2035, quando si potranno produrre solo auto elettriche o con carburanti sintetici. La Von der Leyen, tuttavia, finora non ci sente. Anzi, nonostante la sconfitta elettorale dei Verdi, continua a spingere per realizzare il Green Deal senza grossi cambiamenti.



Per la prima volta, le vendite di auto ibride hanno superato quelle delle auto a benzina, con le elettriche ancora poco apprezzate. Un segno dei tempi?

La soluzione ibrida senza spina è la migliore. Se prendi una full hybrid utilizzi, come vogliono i grandi soloni del green, una parte elettrica, per poi andare anche con il motore endotermico. Addirittura ora ci sono macchine three fuel, che vanno a benzina, ma anche con elettrico e GPL.

È anche una lezione alla UE da parte del mercato?

Sì: l’imposizione dell’elettrico come unica arma per abbattere le emissioni non funziona, è strumentale, ideologica. L’auto è da sempre simbolo di libertà: chi ne compra una deve avere la possibilità di scegliere la soluzione più confacente alle sue necessità. Abitando a Milano, per esempio, l’auto elettrica potrebbe essere la scelta ideale. Ma ci sono anche altre soluzioni, come le vetture alimentate con i biocarburanti. La verità è che l’ambiente è diventato fonte di business e di speculazioni politiche e a farne le spese è l’economia europea: in Italia tocchiamo con mano il rischio della chiusura di molte fabbriche.



Sono i consumatori che si sono orientati verso le vetture ibride o sono stati condizionati, forzati dal mercato?

Quando due anni fa ho dovuto scegliere che macchina prendere, ho optato per la soluzione del noleggio a lungo termine di una ibrida senza la spina. Ho avuto l’occasione di usare le plug-in, ma devo essere sincero, non ho mai usato la parte elettrica: è una scocciatura. È anche una fonte di stress: devi programmare il viaggio, le soste, preoccuparti se la colonnina di ricarica funziona o meno. Quello dell’ibrido è un segnale importante, deve essere preso in considerazione: il grande errore della politica e delle case automobilistiche è stato quello di non aver ascoltato il mercato.

Intanto Stellantis dice che, se non riuscirà a vendere le auto elettriche, produrrà meno endotermiche per rispettare i target percentuali stabiliti dalla UE. Perché devono puntare paradossalmente a realizzare meno auto di un certo modello?

Stellantis non vuole pagare multe per il prossimo anno, se rimarranno. Jean-Philippe Imparato, portavoce di Carlos Tavares, ha detto che se l’elettrico non va, l’azienda produrrà meno auto endotermiche. Ma questo cosa vuol dire, che chiuderanno fabbriche in Italia? Già sono ai minimi storici. Se togliamo le 500 elettriche e le Maserati, tutti gli altri impianti producono endotermiche e ibride: se tagliano la produzione, per l’Italia è finita. Stellantis può anche evitare le multe, ma il problema è il parco auto che rimane invenduto, soprattutto per l’elettrico.

Sull’acquisto delle ibride, almeno in Italia, hanno inciso anche gli incentivi?

Ci sono incentivi per le auto con livelli di emissione fino a 135 gr/km. Ma gli incentivi sono rimasti perché la gente non sa cosa fare. Comunque, sono macchine che costano, i prezzi si sono alzati. Per questo la gente preferisce tenersi ancora la vecchia auto e il nostro parco macchine rimane vecchio.

Fino a quando potremo comprare auto che non siano elettriche?

Spero che i politici, anche italiani, premano perché cambino le cose. Vedo che il PPE lo sta facendo. Spero che non si arrendano. La von der Leyen, intanto, mette come responsabile delle politiche green Teresa Ribera, che sulle auto elettriche dal 2035 non vuole tornare indietro. È considerata ancora più intransigente di Frans Timmermans, che nella scorsa legislatura europea è stato uno dei grandi fautori della svolta green. I verdi sono stati ridimensionati dal voto europeo, ma su questo punto si va avanti. Perché sono ancora al potere se la gente li ha bocciati?

Le concessionarie influiscono sull’andamento del mercato? Ci sono motivi che le inducono a spingere le ibride piuttosto che le elettriche?

Le case automobilistiche le obbligano a procedere alle autoimmatricolazioni (cedendole poi a chilometri zero), per far figurare che vendono, raggiungendo le quote di mercato previste. In estate c’è stato un boom dell’utilizzo degli incentivi per le elettriche, ma non è che sulla strada si vedono tutte queste macchine di questo tipo.

(Paolo Rossetti)

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