L’inchiesta sugli arbitri di Filippo Roma de Le Iene va avanti. Il giornalista nelle scorse puntate ha cercato di intervistare Niccolò Baroni e Daniele Minelli, arbitri attualmente impiegati in serie A e B, che tre stagioni fa furono inaspettatamente dismessi a fine anno e che presentarono ricorso. L’AIA tuttavia non ha dato il via libera. A esprimersi, invece, è stata la fonte anonima che ha denunciato le irregolarità alla trasmissione. 



“Se quei due arbitri parlassero scoppierebbe uno scandalo senza precedenti che dimostrerebbe come i vertici degli arbitri italiani siano disposti a truccare le carte pur di decidere quale arbitro debba andare avanti e chi invece deve smettere al di là di una giusta meritocrazia. I due arbitri hanno in mano le prove di una gravissima irregolarità commessa dai vertici degli arbitri italiani, che avrebbero attestato il falso nel verbale dell’ultima riunione della stagione. Tutto questo per salvare due direttori di gara che da regolamento dovevano andare a casa, mentre hanno cacciato chi, regole alla mano, meritava di continuare ad arbitrare”, ha affermato. Alla fine di ogni stagione infatti il responsabile delle valutazioni fa una relazione in cui propone chi mandare a casa e chi mantenere in organico l’anno successivo sulla base dei voti presi di partita in partita. In quell’anno, Niccolò Baroni e Daniele Minelli sarebbe stata abbassata la media per favorire Eugenio Abbatista, che doveva essere dismesso.



Le Iene, inchiesta arbitri: “Voti truccati per favorire alcuni”. Il commento di Pacifici

Uno dei valutatori degli arbitri nell’anno dell’inchiesta de Le Iene era Emidio Morganti, il quale però proprio ai microfoni di Filippo Roma ha respinto le accuse. “Io non ho firmato il verbale per cui Niccolò Baroni e Daniele Minelli sono stati dismessi. Le mie parole messe lì non sono vere. Io avevo proposto la dismissione di Eugenio Abbatista. Non ho mai parlato di deroga”, ha spiegato. Non ha però voluto rivelare altro sulle presunte irregolarità che hanno portato a quel risultato. La speranza è che a parlare possano essere al più presto i diretti interessati.



A tal proposito la trasmissione ha intercettato Carlo Pacifici, presidente dell’AIA: “Loro possono parlare tranquillamente delle loro vicende. Quando è stata presentata la richiesta eravamo sotto partita, loro erano impegnati. Il no era per questo, probabilmente c’è stato un fraintendimento. Li autorizzo, senza problemi”, ha chiarito. E sulle prossime riforme nel settore: “Io metto al primo posto trasparenza e comunicazione. Per la pubblicazione dei voti degli arbitri c’è un problema di privacy, ma probabilmente ci arriveremo. Presto intanto avremo gli audio del VAR”, ha annunciato.