LE LACRIME DI PAPA FRANCESCO PER LA GUERRA (E NON SOLO)
Papa Francesco che piange davanti alla statua della Beata Vergine Maria nel giorno dell’Immacolata Concezione è un’immagine potentissima che ha fatto il giro del mondo: la guerra in Ucraina che non finisce, le sofferenze di troppi innocenti davanti alle immani tragedie, i due anni e passa di sofferenze e difficoltà dovute agli effetti della pandemia. Un “carico” unico nel cuore semplice di chi come il Pontefice davanti al male e alle sofferenze piange, chiede aiuto e si affida. Il pianto del Papa è avvenuto lo scorso 8 dicembre durante l’Atto di Venerazione per l’Immacolata Concezione in Piazza di Spagna, tradizione ripresa dopo due anni di stop per la pandemia: alla lettura della preghiera alla Vergine, nel passaggio sulla guerra in Ucraina la voce si fa tremante e gli occhi lucidi.
«Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino, per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata, che soffre tanto. Noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio»: parole toccanti che “costringono” il Papa a fermarsi più volte per la commozione, non prima di concludere con l’appello per ristabilire davvero la pace tra i popoli in guerra. «Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!».
“LA MADONNA CI PRENDA PER MANO COME MAMMA”: L’APPELLO DEL PAPA PER IL NATALE DI PACE
Ma in quel pianto commosso di Papa Francesco nella preghiera davanti alla statua della Vergine Maria non vi era solo il dramma enorme di una guerra che non accenna a concludersi dopo 9 mesi dal suo prologo: l’invocazione all’amore materno della Madonna cingeva in un solo abbraccio l’intero “sunto” dei drammi contemporanei che affliggono il cuore tormentato dell’individuo. «Tu, dal Cielo in cui Dio ti ha accolta, vedi le cose della terra molto meglio di noi; ma come Madre ascolti le nostre invocazioni per presentarle al tuo Figlio, al suo Cuore pieno di misericordia», ripeteva Papa Francesco nella preghiera per l’Immacolata. Dai bambini agli anziani, dai cristiani alle altre fedi, il Santo Padre ha accolto tutti nella sua invocazione alla Madonna: «ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica a far quadrare i bilanci di casa, e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti».
E poi ancora i giovani e il loro futuro, «Ti raccomando specialmente i ragazzi che più hanno risentito della pandemia, perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali e ritrovino il gusto di volare in alto». Come lo stesso Papa Francesco ha poi ribadito nell’ultimo Angelus dell’11 dicembre scorso, occorre che la Madonna «ci prenda per mano, come mamma, ci prenda per mano in questi giorni di preparazione al Natale e ci aiuti a riconoscere nella piccolezza del Bambino la grandezza di Dio che viene». Per un Natale segnato dalla guerra e dalle tensioni internazionali, Papa Francesco – rende noto il Vaticano – sta inviando a tutti i Capi di Stato una lettera per invitarli a compiere un gesto di clemenza, un’apertura alla grazia «per questo tempo segnato da tensioni, ingiustizie e conflitti».
Scrive il Santo Padre ai leader mondiali: «compiere un gesto di clemenza verso quei nostri fratelli e sorelle privati della libertà che essi ritengano idonei a beneficiare di tale misura, perché questo tempo segnato da tensioni, ingiustizie e conflitti, possa aprirsi alla grazia che viene dal Signore». Le lacrime del Papa sono sempre più ‘volte’ alla richiesta di un «raggio di pace» ai bambini e a tutti i sofferenti: lacrime che sono però già richiesta, sono preghiera, sono uno squarcio di umanità per spalancare le porte nuovamente al Bene che ci viene incontro. Nella penultima Udienza Generale in Vaticano prima del Santo Natale, Papa Francesco è tornato nuovamente sul dramma della guerra rilanciando un appello-impegno all’intera cristianità: «Fratelli e sorelle io vi dico: si soffre tanto in Ucraina, tanto, tanto! E io vorrei attirare l’attenzione un po’ sul prossimo Natale, anche le feste. È bello festeggiare il Natale, fare le feste…ma abbassiamo un po’ il livello delle spese di Natale – così si chiamano». Il Santo Padre chiede dunque di fare, ove possibile, un Natale «più umile, con regali più umili. Inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino, che ha bisogno, soffre tanto; fanno la fame, sentono il freddo e tanti muoiono perché non ci sono medici, infermieri a portata di mano. Non dimentichiamo: un Natale, sì; in pace con il Signore, sì, ma con gli ucraini nel cuore. E facciamo quel gesto concreto per loro».