IL MONITO DEL MINISTRO LE MAIRE SUL DECLINO INDUSTRIALE EUROPEO
Secondo il Ministro dell’Economia di Francia, Bruno Le Maire, il vero problema economico-finanziario dell’Europa è rappresentato dal «declino industriale» rispetto ai competitor mondiali, su tutti Cina, India e Stati Uniti. Intervistato da diversi quotidiani europei (per l’Italia il “Corriere della Sers”), il Ministro delle Finanze di Macron sottolinea come l’emergenza energetica non sia l’unico punto dolente per l’economia Ue: «all’uscita da questa crisi energetica, avremo probabilmente un livello di inflazione sopra a quello degli ultimi decenni. E sapete perché? Perché la ri-localizzazione delle nostre produzioni — una priorità strategica di tutti i Paesi europei — e la decarbonizzazione dell’economia rialzeranno in maniera strutturale il costo di alcuni prodotti»,
Il problema dell’Europa per Le Maire non è affatto la recessione che comunque arriverà a breve in tutta l’Eurozona: «Il vero rischio per l’Europa è il declino industriale. Ormai l’Unione europea rappresenta il 17% dell’economia mondiale. Nel 1990 era il 25%. Anche la Cina oggi rappresenta il 17% dell’economia mondiale, ed era il 3% nel 1990». Sempre secondo i dati del Ministero dell’Economia francese, il rischio reale per l’Europa nell’immediato futuro è quello di rimanere indietro dal punto di vista non solo energetico ma anche «tecnologico, industriale ed economico, lasciando campo libero a Stati Uniti e Cina. Dobbiamo darci i mezzi di reindustrializzare l’Europa, di restare una grande potenza industriale mondiale».
BRUNO LE MAIRE (FINANZE FRANCIA): “REAGIRE AI SUSSIDI AMERICANI”
I motivi di questo ritardo e dolino industriale sono diversi e svariati, sottolinea ancora Le Maire al “CorSera”: «già soffre di un ritardo di competitività a causa delle differenze di prezzo dell’energia tra Stati Uniti ed Europa. In più i massicci sussidi forniti dall’Inflation Reduction Act (Ira) americano e la concorrenza cinese, sussidiata in modo altrettanto pesante, rischiano di allargare ulteriormente il distacco». Insomma, secondo l’omologo di Giorgetti all’Eliseo l’Europa deve reagire in fretta, per questo Parigi chiede «una risposta coordinata, unita e forte dell’Unione europea nei confronti dei nostri alleati americani. Solo con la fermezza potremo ottenere dei risultati».
Bruno Le Maire in questa emergenza si aspetta non solo un intervento straordinario (come potrebbe essere un nuovo Recovery o Sure per l’energia, ma tenendo conto di «far scendere i prezzi dell’energia svincolando i prezzi dell’elettricità da quelli del gas, coordinando gli acquisti di gas e investendo nella indipendenza energetica») della Commissione Europea, bensì anche che vengano avanzate proposte «ferme e proporzionate. Ciò può comportare un’affermazione più rigorosa dei nostri interessi ambientali, dei meccanismi di preferenza europei (nel commercio internazionale, ndr ) o un’accelerazione dell’uso degli strumenti europei di reciprocità, come il regolamento contro gli aiuti di Stato in Paesi terzi». Il Ministro Le Maire rifiuta con forza la politica “dei sussidi”, in quanto «È contro tutte le regole del commercio internazionale. Ormai certe grandi aziende straniere che volevano insediarsi in Europa esitano, incerte tra aprire stabilimenti in Europa o in America. In alcuni casi, il peso dei sussidi proposti dall’amministrazione Biden è da quattro a dieci volte il massimo che la Commissione europea autorizza. In Francia, secondo le nostre prime stime, sono in gioco 10 miliardi di euro di investimenti e migliaia di posti di lavoro nell’industria».