Joe Biden continua a definire le elezioni midterm come un momento decisivo per gli Stati Uniti, ma molto più probabilmente lo è per lui. Il presidente americano è convinto che sia in gioco il futuro della democrazia, in realtà sembra più a rischio la sua amministrazione. Non lo evidenziano solo i sondaggi, ma anche le analisi di diversi osservatori ed esperti. Ad esempio, il giornalista politico Augustus Howard sulle colonne del New York Post è molto duro nei giudizi, infatti lo stronca.



L’amministrazione Biden passerà alla storia per molte cose: l’apertura delle frontiere e le sue conseguenze mortali, l’abbandono dell’Afghanistan, la debolezza che ha portato alla catastrofe in Europa, l’inflazione alle stelle e l’uso delle forze dell’ordine federali per asfissiare gli avversari politici”. Ma ritiene che la sua amministrazione sarà ricordata per la sua “doppiezza”, come quando ripete che va tutto bene, pur sapendo che non è così. Di fatto, Joe Biden viene accusato di costruire una bolla ideologica, che gli americani sono pronti a far scoppiare.



NY POST “BUFFET DI FALSITÀ DA GOVERNO BIDEN”

Biden e il suo staff non girano semplicemente per essere ottimisti. Lo fanno per coprire le conseguenze, spesso letali, delle loro decisioni politiche”, scrive Howard. Ad esempio, il cambio di rotta rispetto alla linea Trump sui migranti ha portato ad un attraversamento legale delle frontiere in netta crescita, che “ha portato ad una diffusa sofferenza umana”. Ma è un problema anche per gli americani, per via della droga che si riversa nel Paese. Eppure la vicepresidente Kamala Harris nega tutto, affermando che “il confine è sicuro”.



Il popolo americano è stato trattato con un vero e proprio buffet di falsità” secondo Augustus Howard, anche riguardo il ritiro dall’Afghanistan. Ma il simbolo più evidente della debolezza di Joe Biden è l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. “L’America sotto Biden era debole, ragionava Putin, e quindi per la Russia era il momento giusto per invadere l’Ucraina”. Il giornalista del New York Post ne ha anche per quei candidati democratici che nelle campagne elettorali rivendicano le loro differenze rispetto alla linea nazionale, perché lo fanno solo a fini elettorali. “Quando arriveranno i momenti cruciali, quando i voti saranno più necessari per l’agenda di Biden, saranno finalmente lì”.

LE MONDE E LA POLITICA TOSSICA NEGLI STATI UNITI

Sullo stato di salute dell’amministrazione Biden si sofferma anche Le Monde, in particolare con il politologo Lee Drutman, senior fellow presso la New America Foundation. Dalla sua analisi emerge che negli Stati Uniti sta scomparendo la nozione di opposizione legittima, un principio fondamentale della democrazia. “Molti repubblicani, ad esempio, credono più nell’idea che i democratici siano degli imbroglioni che nell’idea di poter rappresentare la maggioranza della popolazione”. Questo il motivo per il quale “molti esperti considerano la democrazia americana in grave pericolo. Qualunque sia l’esito delle elezioni, una cosa è certa: il mondo politico americano bipartito rimarrà estremamente – e pericolosamente – diviso”. Il rischio, con una vittoria dei repubblicani alle elezioni midterm, è che gli odi di parte aumentino? “La legittimità delle elezioni statunitensi sarà sempre più fragile. Ancora una volta, siamo sull’orlo di un’elezione apparentemente senza speranza”.

Ma è una contrapposizione alimentata anche dai democratici, che non a caso parlano di consultazioni fondamentali per la democrazia americana, alimentando questa logica che viene definita “tossica”. C’è comunque un’altra possibilità secondo Lee Drutman: un sistema elettorale proporzionale e multidistrettuale. Se i seggi venissero assegnati in base al numero di voti ottenuti, il sistema politico binariosi aprirebbe e si potrebbero formare una moltitudine di coalizioni politiche e nuovi partiti, che farebbero uscire il Paese dall’eterno gioco del “noi” contro “loro” che domina il nostro mondo politico”. È come se gli Stati Uniti debbano guardare ai sistemi elettorali europei per uscire da quel gioco che alimenta l’odio politico. Può essere davvero questa la soluzione?