Le scimmie hanno un’incredibile memoria, quella non umana più duratura finora documentata. Come spiegato da un recente studio, sono in grado di ricordare amici che non vedono anche da ventisei anni. A scoprirlo è stata una ricerca dell’Università della California a Berkeley, negli Stati Uniti, poi pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas. Questa dimostra che questa capacità potrebbe avere origini da un antenato comune di umani e scimmie, risalente a decine di milioni di anni fa. La maxi memoria avrebbe inoltre gettato le basi per l’evoluzione della cultura umana e permesso forme di interazione complesse.



I ricercatori hanno usato dei dispositivi per il tracciamento oculare, che ha permesso di analizzare con precisione come muovono gli occhi e su cosa si focalizzano le scimmie. Nel dettaglio è stato preso in esame un gruppo di scimpanzé e bonobo: a loro sono state mostrate immagini di altre scimmie di cui alcune compagne per periodi più o meno lunghi. Le foto erano dunque mischiate: alcune di scimmie con cui non erano mai stati in contatto e altre di primati incontrati tra nove mesi e ventisei anni prima.



Le scimmie ricordano “amici” visti anche 26 anni prima

I risultati hanno messo in luce che sia gli scimpanzé che i bonobo si soffermavano in gran parte dei casi sulle immagini dei loro vecchi amici, in particolare quelli con cui avevano avuto rapporti positivi, ricorda TgCom24. Il caso più estremo è stato quello della scimmia Louise che in ogni sessione si è soffermata molto a lungo sulle foto della sorella Loretta e la nipote Erin: si trattava di primati che lei non vedeva da ventisei anni. “Tendiamo a pensare che le grandi scimmie siano molto diverse da noi, ma in realtà abbiamo visto che questi animali sono in possesso di meccanismi cognitivi molto simili ai nostri, compresa la memoria” ha spiegato Laura Lewis, a capo del gruppo di ricerca.

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