Se vogliamo parlare di Le sette morti di Evelyn Hardcastle basta chiudere gli occhi e immaginare di poter assistere allo stesso omicidio per sette volte, osservando la scena da un punto di vista ogni volta differente. Immaginate di avere queste sette possibilità per risolvere il mistero di un delitto: se non ci riuscirete sarete condannati a rivivere la stessa scena, e la giornata in cui si verifica, infinite volte fino all’eternità. Leggere le pagine scritte con maestria da Stuart Turton, filosofo al suo magistrale esordio letterario, è soggiogante: ci si sentirà imprigionati con i protagonisti all’interno di Blackheath House, la dimora in cui si svolge una vicenda dai contorni surreali. E anche a conclusione, quando leggerete la parola “fine”, uscirne sarà impresa assai ardua.
Le sette morti di Evelyn Hardcastle, la trama
Ecco la trama del romanzo Le sette morti di Evelyn Hardcastle. Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una villa aristocratica decadente in una campagna isolata, in un momento storico non definito, che si desume essere a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Qui sta per andare in scena un ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle, a cui sono invitati membri dell’alta società che diciannove anni prima erano tutti presenti a un altro ricevimento in cui un tragico evento, la morte del figlio, il giovane Thomas Hardcastle, ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Alle undici della sera, però, la morte torna a gettare i suoi dadi: Evelyn, la giovane figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto antistante la casa, uccisa da un colpo di pistola al ventre. L’invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn infatti non morirà una volta sola; finché Aiden non risolverà il mistero, la scena della caduta nell’acqua si ripeterà, giorno dopo giorno, inesorabilmente.
La recensione
In Le sette morti di Evelyn Hardcastle tutto comincia quando un uomo, che non ricorda nulla di sé e del luogo in cui si trova, si sveglia in una foresta. Non sa chi sia, ricorda solo il nome di una donna, “Anna”. Nella luce fioca di un mattino nebbioso, assiste all’omicidio di una donna. Qualcuno alle sue spalle, gli infila una bussola in tasca e gli sussurra la direzione da prendere: “A Est” dice. L’uomo senza memoria è Aiden Bishop, il protagonista di questa vicenda che si delineerà insieme al lettore. Muovendosi verso est, Aiden giungerà a Blackheath House, dove scoprirà presto, grazie alle istruzioni fornitegli da un uomo mascherato da Medico della Peste, di essere all’interno di una pazzesca macchinazione: si sveglierà per sette giorni in sette corpi differenti, all’interno dei quali rivivrà la stessa giornata che si concluderà con la morte della figlia dei padroni di casa. Dovrà scoprire la verità e dovrà farlo prima di tutti gli altri per poter tornare libero. In alternativa, Aiden ricomincerà tutto da capo, fino all’infinito.
Questo romanzo, pubblicato in Italia nel marzo del 2019 da Neri Pozza, ha stregato la critica e diviso i lettori. Si tratta senza dubbio di un’opera originale e avvincente, unica nel suo genere, che è costata all’autore 12 anni per completare la stesura. D’altro canto, è un romanzo assai complesso, non di quelli da leggere sotto l’ombrellone, per intenderci. La complessità è data dal fatto che il protagonista vive la storia in sette corpi differenti, subendone le personalità, delineate in maniera ineccepibile, ognuna con i suoi vizi, difetti e virtù. Grazie ai pregi di ognuno andrà un po’ avanti nella soluzione del mistero, ma a causa dei vizi farà spesso numerosi passi indietro e sarà costretto ad assistere ad altre innumerevoli morti. Indosserà decine di maschere, incontrerà moltissimi personaggi, alcuni comparse solo accennate, altri dipinti ricchi di sfumature. Salti in avanti e indietro, storie nelle storie, stanze nelle stanze, condurranno il lettore al finale sconvolgente, che farà venire voglia di ricominciare da capo per capire meglio la storia. Quello di Turton è un libro che ha differenti chiavi di lettura: è un romanzo psicologico, un giallo, un thriller, un racconto filosofico, un romanzo dell’orrore, un romanzo distopico. La forza è senza dubbio il fatto che l’autore sia riuscito a creare una storia di oltre 500 pagine, ambientata in un giorno soltanto con gli stessi personaggi, riuscendo a renderla avvincente. Consigliato a chi ama i gialli di inizio Novecento, alla Agatha Christie. A chi è in cerca di un romanzo giallo che fornisca interessanti spunti sul senso della vita e sia ricco di belle frasi da appuntare e su cui riflettere.
Video, Le sette morti di Evelyn Hardcastle
Info e crediti
Le sette morti di Evelyn Hardcastle, trad. di Federica Oddera, Neri Pozza. 448 pp., 18 euro