Rai 2 porta con “Le tre vite di Donato Bilancia” la storia vera di Donato Bilancia in prima serata

Donato Bilancia è conosciuto come il serial killer più famoso e spietato della storia criminale italiana. La sua storia è raccontata nel docufilm Le tre vite di Donato Bilancia, scritto e diretto da Pino Corrias e Renato Pezzini con la collaborazione di Massimo Calandri e in onda su Rai2 il 7 ottobre. Nel documentario sulla parabola dell’assassino vengono tracciate le coordinate chiave della sua esistenza, da ladro a omicida condannato a 13 ergastoli per 17 delitti – di cui fu reo confesso – consumati tra l’ottobre 1997 e l’aprile 1998. 6 mesi di sangue e orrore in cui Donato Bilancia sarebbe diventato per tutti il “serial killer delle prostitute” noto anche come “il mostro dei treni“.



Il 17 dicembre 2020, Donato Bilancia è morto in carcere a Padova, dove era detenuto da anni, dopo aver contratto il Covid. Il suo profilo di assassino seriale è uno dei più oscuri e discussi delle cronache: uomo a tratti enigmatico e giocatore d’azzardo incallito, avrebbe ucciso per la prima volta proprio a seguito di alcune sconfitte al gioco. Il suo viaggio nell’abisso sarebbe iniziato da piccoli furti per poi arrivare a omicidi privi di movente in cui spicca un lineamento comune: la misoginia. Un uomo che odiava le donne, ma anche un abile mentitore che si sarebbe spesso presentato alle sue conoscenti come commerciante elegante e dai modi gentili. Dietro la maschera, un mosaico di brutalità senza precedenti.



“Le tre vite di Donato Bilancia”, la storia vera di Donato Bilancia: dalla condanna a 13 ergastoli alla morte per Covid

Donato Bilancia, noto alle cronache come il “serial killer delle prostitute” o “mostro dei treni”, è indicato come l’assassino più temuto d’Italia. Protagonista di una escalation criminale senza precedenti, tra l’ottobre 1997 e l’aprile 1998 ha ucciso 17 persone tra Liguria e Piemonte per poi confessare tutto, dopo la cattura, davanti alla pubblica accusa. Le tre vite di Donato Bilancia, in onda su Rai2 il 7 ottobre in prima serata, ne ripercorre ritratto e omicidi in un documentario per il piccolo schermo, perché la storia vera di Donato Bilancia, ancora oggi, è impressa nella mente come realtà che supera il peggiore degli incubi.



Donato Bilancia avrebbe iniziato a uccidere all’età di 46 anni e il suo arresto sarebbe avvenuto il 16 maggio 1998. Il serial killer più famoso del Paese sarebbe stato fermato soprattutto grazie a una persona che era entrata in contatto con lui ed era scampata miracolosamente alla morte. Si tratta di Lorena, transessuale venezuelana che si sarebbe salvata da Donato Bilancia vicino a Novi Ligure. Era la notte del 23 marzo 1998 quando il serial killer l’avrebbe portata in auto in una zona isolata, lungo il viale di “Villa Minerva“, per poi minacciarla con una Smith&Wesson calibro 38. Quella sera a morire non fu Lorena, ma due metronotte, Massimiliano Gualillo e Candido Randò, che per caso videro la macchina e intimarono a Bilancia di scendere. Il serial killer rispose aprendo il fuoco e uccidendoli senza pietà davanti a lei che, ferita, sarebbe scampata all’omicidio perché forse creduta morta dall’assassino. Sarebbe stata proprio Lorena a descrivere il volto di Bilancia una volta trasportata in ospedale. Davanti al pubblico ministero, Donato Bilancia avrebbe confessato tutti i delitti a lui contestati. Nel dicembre 2020, dopo 22 anni di reclusione, la morte in carcere per Covid. Tre anni dopo aver ottenuto un permesso per uscire dal carcere e recarsi presso la tomba di famiglia.