Le Vibrazioni e il trionfo con “Dedicato a te”

Le Vibrazioni sono tra gli ospiti della seconda puntata di Arena Sukuzi, lo show musicale condotto da Amadeus con tutte le canzoni più iconiche di cinque decenni di musica italiana e internazionale interpretate dagli artisti originali! Tra i protagonisti anche la band capitanata da Francesco Sarcina con il brano “Dedicato a te, singolo del 2003 con cui hanno conquistato le classifiche di vendite e trionfato al Radionorba Battiti Live con il Premio limone d’oro. La band, nata a Milano nel 1999, è composta da Francesco Sarcina (frontman, cantante, chitarrista e principale autore delle canzoni), Stefano Verderi (chitarra e tastiera), Alessandro Deidda (batteria) e Marco Castellani (basso).



La loro carriera inizia nei primi anni 2000 quando la band comincia a suonare nei locali di Milano. La consacrazione arriva nel 2003 proprio con “Dedicato a te”, primo potentissimo singolo con cui conquistano le classifiche nazionali e ricevono il disco di platino. Sulla scia del successo del singolo pubblicano anche il primo album dal titolo “Le Vibrazioni”.



Le Vibrazioni e il successo di “Dedicato a te”: a chi è dedicata?

L’idea del brano “Dedicato a te” è nata a Francesca Sarcina, frontman della band de Le Vibrazioni. Un successo inaspettato per la band che, dalle pagine del Corriere della Sera, ha raccontato: “la canzone ha avuto successo grazie al video che è diventato virale e ci ha lanciati, d’altronde erano gli anni della generazione di MTV e delle televisioni musicali che mandavano le clip in continuazione”. Un successo strepitoso con la canzone che è diventata anche oggetto di parodie e remake tra cui: “Shpalman” di Elio e le storie tese, “Chiedi chiedi” del rapper Frankie hi-nrg.

Il ritornello della canzone parla di una ragazza di nome Giulia. Ma chi era la protagonista? A svelare qualche dettaglio è stato proprio Francesco Sarcina: “è una donna ora, ci sentiamo ancora molto spesso e ci vogliamo bene. Mi ha aiutato a uscire da un periodo molto difficile perché qui si vede la superficie ma tutti abbiamo un vissuto”.