La questione connessa alla chiusura delle scuole in Italia e alla loro riapertura continuamente posticipata a causa del Coronavirus continua a tenere banco su tutti i principali quotidiani italiani, tanto che “Il Corriere della Sera”, nell’edizione odierna, sottolinea che anche le Winx vogliono riaprire le scuole. No, nessuna allucinazione da quarantena: si tratta, semplicemente, di un’intervista effettuata dal giornale a Iginio Straffi, fondatore di Rainbow, la società che tre lustri fa diede vita a uno dei cartoni animati italiani più seguiti di sempre, esportato addirittura in 150 Paesi mondiali. L’imprenditore, oltre a suggerire alcuni consigli per la ripartenza dopo il lockdown (“Servono aiuti dalla Ue e dallo Stato e a fondo perduto. E dico anche che non possono essere dati a pioggia, ma si dovrà focalizzare il sostegno ai settori più colpiti”), rimarca l’importanza della ripresa delle lezioni scolastiche: “Riapriamo le scuole, chiaramente anche per poche ore al giorno, suddividendo gli alunni tra mattina e pomeriggio. È un sacrificio di qualche mese, ce la possiamo fare. Le lezioni online non sono la stessa cosa. Serve un antidoto per battere la fase di solitudine”.



“LE WINX VOGLIONO RIAPRIRE LE SCUOLE”, IGINIO STRAFFI: “DICO NO ALLE SCELTE DI CONTE”

Nel corso dell’intervista rilasciata a “Il Corriere della Sera”, Iginio Straffi, papà delle Winx, ha anche asserito che “i decreti approvati mi sembra abbiano un approccio anti-impresa. La scuola la stanno riaprendo tutti, anche quei Paesi che hanno avuto picchi altissimi di contagio. Se non riapriamo le scuole, mi dite come si può ripartire? I genitori come fanno ad andare a lavorare? I bambini e i ragazzi dove stanno nel frattempo, specie se è raccomandato che non stiano con i nonni?. Un ragionamento che non fa una grinza e che, di fatto, evidenzia la contrarietà di Straffi alle mosse attuate dal Governo Conte per fronteggiare l’emergenza epidemiologica nel nostro Stato. “Sarebbe servito a un provvedimento a seconda dei territori. Non una cosa uguale per tutti. In Oriente c’è stato un lockdown piuttosto forte. A Singapore, dove è nata mia moglie, sono stati fatti subito tamponi a tappeto, nel vero senso della parola. E così hanno circoscritto il contagio”. Di fatto, ciò che sosteneva in tempi non sospetti il governatore del Veneto, Zaia…

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