Anche il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha voluto ricordare l’immensa Lea Vergine, critica d’arte scomparsa quest’oggi a 82 anni, morta il giorno dopo il decesso del marito Enzo Mari: “Un giorno dopo la scomparsa del compagno di una vita, Enzo Mari, se ne va Lea Vergine – le parole dell’esponente dell’esecutivo riferito all’esponente di spicco nel nostro paese della critica – un altro pilastro della cultura italiana viene a mancare – ha proseguito Franceschini – ma il suo lavoro nella critica d’arte e nella curatela di innumerevoli mostre lascia un segno profondo”. Molti anche i post pubblicati su Twitter, la maggior parte dedicati a quella che è stata una splendida storia d’amore: “Lea, a 82 anni – scrive un’utente – non ha resistito un giorno di più senza il suo amore di sempre Enzo. È scomparsa oggi, dopo la morte di lui, ieri. Un amore Combattivo e indissolubile. Un amore forte. Saldo”. Così infine un’altra frequentatrice dei social: “Un grande amore #EnzoMari e #LeaVergine. Ciao, a tutti e due”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LEA VERGINE MORTA IL GIORNO DOPO IL MARITO ENZO MARI, LA CRITICA D’ARTE AVEVA 82 ANNI
Sono tanti i messaggi dedicati a Lea Vergine, la critica d’arte morta quest’oggi, il giorno dopo il decesso del marito, Enzo Mari. Su Twitter in molti l’hanno voluta ricordare, come ad esempio l’account ufficiale della Triennale di Milano, che scrive: “Triennale Milano piange la scomparsa di #LeaVergine, le cui ricerche, scritti e mostre rappresentano uno straordinario contributo alla storia della critica e della letteratura d’arte internazionali”. Così invece il profilo di SkyArte, il canale dedicato all’arte e alla cultura della nota tv satellitare: “Nota per i suoi studi pionieristici sulla Body art e sulle pratiche artistiche legate all’utilizzo del corpo, #LeaVergine è scomparsa all’età di 82 anni. Solo poche ore prima ad andarsene era stato #EnzoMari marito della critica e curatrice napoletana”. Mentre Galleria dell’Incisione riporta una citazione dell’immensa Lea Vergine: “‘L’arte questo è: un’ombra o un’eco dell’amore, un tentativo di incarnarlo’. Addio a Lea Vergine, scomparsa il giorno dopo il marito Enzo Mari”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LEA VERGINE MORTA A 82 ANNI: A 24 ORE DAL DECESSO DI ENZO MARI, SE NE VA LA MOGLIE
Lea Vergine è morta, aveva 82 anni ed era una stimatissima critica d’arte. Il destino ha voluto che la curatrice venisse a mancare solamente 24 ore dopo il marito, Enzo Mari, designer di spicco deceduto ieri, lunedì 19 ottobre 2020. Nata a Napoli nel 1938, Lea Vergine, al secolo Lea Buoncristiano, viene considerata all’unanimità come una delle figure più importanti dell’arte negli ultimi 50 anni, anche e soprattutto per via del fatto che è riuscita a dare risalto alle figure femminili in un mondo, quello dei critici d’arte, dominato quasi esclusivamente dal sesso maschile. Numerose le opere realizzate da Lea, fra cui forse quella più famosa, il saggio del 1974 “Il corpo come linguaggio”, in cui venivano esternati i suoi studi sulla fisicità e l’azione performativa nell’arte, come ricorda Artribune.it. La conoscenza con Enzo Mari avvenne negli anni ’60, e i due decisero di sposarsi giovanissimi (era il 1978) resistendo e poi rafforzandosi nel tempo, rimanendo legati fino all’ultimo respiro.
LEA VERGINE: “L’ARTE NON E’ NECESSARIA”
Nel corso della carriera Lea Vergine ha dato vita a studi che sono divenute delle vere e proprie pietre miliari per l’arte, come quelli sulla Body Art e a riguardo si ricordano “Body art e storie simili (2000, Skira)”, “Ininterrotti transiti (2001, Rizzoli)”, e ancora “L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti (Rizzoli, 2016), fino ad arrivare a “Necessario è solo il superfluo” e “Sartoria editoriale”. Curioso, ricorda ancora Artribune.it, come Lea Vergine definisse l’arte un qualcosa di non necessario: “L’arte non è necessaria – diceva spesso – È il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici è il superfluo. Non può utilizzarla, l’arte, nella vita. ‘Arte e vita’ sì, nel senso che ti ci dedichi a quella cosa, ma non è che l’arte ti possa aiutare. Costituisce un rifugio, una difesa. In questo senso è come una benzodiazepina”.