La leader di Ultima Generazione, movimento ambientalista austriaco, intervistata dal Corriere della Sera, commenta la decisione di chiudere il capitolo dei blitz e delle proteste, diffusa da un comunicato ufficiale nel quale si spiega: “Si fermano le nostre proteste“, specificando anche che ora, i fondi a disposizione, donati principalmente dall’associazione non profit Climate Emergency Fund, verranno usati per pagare le spese legali dei numerosi processi penali a carico degli esponenti che sono stati protagonisti degli episodi di disobbedienza civile e illeciti amministrativi.
Marina Hagen, portavoce di Ultima Generazione spiega: “Ci fermiamo perché non vediamo più speranza di successo. Il nostro Paese vuole restare nell’ignoranza“, dicendo anche: “I politici non hanno voluto ascoltarci nonostante gli appelli urgenti, avevamo proposto facili soluzioni per iniziare un cambiamento, ma non è stato fatto nulla“. Una indifferenza che, come ammette la leader, è stata provocata anche dal fatto che gli eco attivisti sono stati visti in questi ultimi anni come una sorta di “elite”, che comunicava con metodi forse troppo distaccati e allo stesso tempo aggressivi.
Leader di Ultima Generazione spiega perchè le proteste non hanno funzionato: “Ci hanno percepiti come elitari e distaccati dalla realtà”
Marina Hagen, leader di Ultima Generazione, spiega queli sono stati gli errori del movimento ambientalista che hanno portato alla decisione di chiudere con le proteste, soprattutto nel lanciare allarmi per il cambiamento climatico in un modo sbagliato e con una comunicazione che definisce: “Troppo algida, anticapitalista, astratta, che ci ha fatto percepire come elitari, staccati dalla realtà”. E ammette: “Sarei d’accordo che siamo un’élite: bianchi, ricchi con genitori ricchi, pochi tra noi hanno il problema di fare la spesa e se in casa mia si rompe la lavatrice posso serenamente aggiustarla“.
Ora quindi i soldi ottenuti attraverso donazioni e onlus saranno impiegati per pagare le spese legali: “Abbiamo un processo penale per organizzazione criminale e danni alla proprietà, e per questo ci servono 80mila euro. Li abbiamo“, dice, affermando anche però che la lotta non si fermerà e probabilmente sarà fondato un nuovo movimento che adotterà altri mezzi per protestare: “La disobbedienza civile prevede due strade se una protesta non funziona. Aumentarne l’intensità: anziché bloccare autostrade, bloccare aeroporti. O protestare più spesso. Noi fonderemo un nuovo movimento, e potremmo fare entrambe le cose“.