Una confessione choc, quella resa da Vittorio Leo, agente immobiliare 48enne che ha bruciato vivo l’anziano padre in casa, al culmine di una lite. Come riferisce il quotidiano Il Messaggero online, agli inquirenti l’uomo avrebbe detto: “Mi ha cacciato via, mi ha detto di andarmene da casa, come era solito dirmi da tempo”. La lite sarebbe nata in cucina dove la vittima stava preparando il pranzo ed aveva per questo il fornello acceso. “Avevo in mano una bottiglietta di alcol con la quale mi stavo disinfettando una ferita. Quando mi ha detto così gli ho spruzzato l’alcol addosso. Poi ho visto il fuoco”, ha confessato l’uomo. Ancora più inquietante però ciò che avrebbe fatto subito dopo l’omicidio del padre. Nel corso dell’interrogatorio durato tutta la notte, al culmine del quale il 48enne ha confessato, al pm Luigi Mastroianni ha riferito che si è trattato di un incidente. Poi ha aggiunto: “Dopo la morte di mio padre ho prima lavato tutto il pavimento, poi ho cucinato della pasta con del ragù, non perché avessi fame ma per smorzare la tensione che avevo addosso”. Quindi ha staccato telefono e citofono ed ha aperto le tapparelle, “per far andare via il fumo e l’odore acre”. Un racconto che sembra essere più la scena di un film horror. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA VERSIONE DEL FIGLIO

Sono emersi numerosi dettagli in merito all’anziano ucciso in provincia di Lecce, a Collepasso, dopo essere stato cosparso di alcol. Come riferisce La Vita in Diretta, programma di Rai Uno, ha confessato il figlio dell’89enne vittima, Vittorio Leo, che ha spiegato di essere tornato a casa da lavoro, di aver trovato il padre che cucinava ai fornelli, e di avergli scagliato addosso dell’alcol che lo stesso aveva in mano perché si era fatto male in precedenza. A quel punto l’alcol è venuto a contatto con le fiamme dei fornelli e l’anziano ha preso fuoco. A chiamare i soccorsi era stato lo stesso Antonio Leo, che inizialmente aveva confessato di essere tornato a casa dal lavoro e di aver trovato lo stesso padre senza vita. Solo successivamente, dopo un interrogatorio iniziato alle ore 22:00 di ieri sera e terminato alle 5 di questa mattina, ha confessato. Ci sono però numerosi aspetti da chiarire, a cominciare dall’orario della morte del povero Antonio Leo, visto che il figlio lo avrebbe ucciso, poi avrebbe pulito casa e si sarebbe mangiato un piatto di pasta al ragù, come confessato dallo stesso agli inquirenti. Fondamentale sarà l’autopsia che accerterà se sia passato troppo tempo dalla chiamata dei soccorsi. Il motivo di tale gesto, sarebbe una lite fra i due: “Mio padre – ha raccontato il presunto omicida – non mi ha mai preso in considerazione”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LECCE, ANZIANO BRUCIATO VIVO DAL FIGLIO

Un anziano in provincia di Lecce è stato bruciato vivo dal figlio. Orrore a Collepasso, comune di circa 6000 abitanti del leccese, dove Vittorio Leo, di 48 anni, ha cosparso di alcol il padre, per poi dargli fuoco e ammazzarlo mentre era ancora in vita. I sospetti delle forze dell’ordine locali si erano subito rivolti al parente della vittima, che dopo un lungo interrogatorio è crollato, confessando l’omicidio. L’anziano di anni 89, Antonio Leo, era stato trovato nella giornata di ieri senza vita, nella propria abitazione, con il corpo ricoperto di ustioni gravissime. Gli inquirenti hanno immediatamente capito che non si era trattato di un incidente e di una morte accidentale, bensì di un delitto, di un crimine, anche perché la zona attorno al cadavere era cosparsa di alcol. L’omicidio è avvenuto nel bagno della casa dove viveva la vittima, in via Don Sturzo, vicina tra l’altro alla caserma dei carabinieri locali.



LECCE, ANZIANO BRUCIATO VIVO IN CASA

A chiamare le forze dell’ordine è stato lo stesso Vittorio Leo, titolare di un’agenzia immobiliare che si trova nella stessa palazzina dove abitava il padre. Durante il lungo interrogatorio protrattosi per tutta la notte alla fine il figlio ha confessato l’omicidio, anche se i motivi di tale folle gesto non sono ancora chiari, e serviranno ulteriori indagini per comprenderli fino in fondo. L’uomo ha raccontato al magistrato inquirente Luigi Mastroniani, alla presenza del proprio legale difensore, di aver ucciso il padre dopo che i due stavano litigando: una lite per futili motivi sarebbe in breve tempo degenerata, e dalle parole si sarebbe passati ai fatti. Ma può un uomo uccidere in maniera così violenta il proprio padre, semplicemente per via di una lite? Il sospetto per gli inquirenti è che vi sia qualche altro movente, che per il momento non è ancora venuto a galla. Ecco perché le indagini proseguiranno nei prossimi giorni. Disposta anche l’autopsia sul corpo del povero Antonio Leo, da cui si capiranno le vere cause della morte, anche se appaiono abbastanza chiare.