Charles Leclerc non è solo un pilota coraggioso in pista, ma è anche uno che a soli 21 anni sa bene cosa significa essere “fuori dal coro” e non avere il “timore” di dire quello che pensa. Intendiamoci, la polemica sorta oggi – e che durerà diversi giorni, ne siamo certi – sul mancato inginocchiamento del pilota Ferrari prima del Gran Premio di Formula 1 non ha visto Leclerc insultare qualcuno, prendere posizioni razziste o con gaffe imbarazzanti: nulla di tutto questo, eppure dai commenti sui social e dalle polemiche tra gli addetti ai lavori, è come se lo avesse fatto. Riavvolgiamo il nastro per capire l’origine del “misfatto”: diversi piloti di F1 dopo le proteste emerse a livello mondiale sull’omicidio dell’afroamericano George Floyd hanno aderito al movimento “Black Lives Matter” e hanno voluto manifestare prima della gara in Austria, primo Gp della stagione 2020 dopo i rinvii per il lockdown. Addirittura la Mercedes ha deciso di cambiare la livrea delle monoposto di Hamilton e Bottas per essere più vicini possibili alla causa (totale black, ndr): tutti i piloti decidono di indossare la maglietta “end racism” per dare un messaggio univoco contro l’indegno razzismo ancora nel 2020, ma non tutti hanno voluto inginocchiarsi scegliendosi ognuno la modalità più congeniale per manifestare il dissenso contro il razzismo.
LA SCELTA DI LECLERC
Polemiche dunque non dovrebbero esserci, visto che tutti ma proprio tutti hanno deciso di mandare messaggio contro razzismo: ecco, sbagliamo perché la scelta di Leclerc (e anche di Max Verstappen e pochi altri sulla griglia di partenza) di rimanere in piedi ha fatto scattare i social con attacchi anche molto pesanti contro il giovane pilota della Ferrari, che tra l’altro hanno probabilmente anche “caricato” il monegasco vedendo lo show offerto in pista poche ore dopo (secondo, davanti ad Hamilton e dietro solo a Bottas). «Credo che ciò che conta siano fatti e comportamenti nella nostra vita quotidiana piuttosto che gesti formali che potrebbero essere considerati controversi in alcuni paesi. Non mi metterò in ginocchio, ma questo non significa affatto che sono meno impegnato di altri nella lotta contro il razzismo», così ha scritto Leclerc prima della gara in Austria rispondendo alle critiche per la sua scelta. Sostiene il messaggio contro il razzismo ma preferisce l’inginocchiarsi tipico del BLM: attaccato lui per questo, ma anche Verstappen che però replica «Penso che tutti abbiano il diritto di esprimersi quando e come vogliono. Non mi inginocchio, ma rispetto e sostengo le scelte personali di ciascun pilota».
I believe that what matters are facts and behaviours in our daily life rather than formal gestures that could be seen as controversial in some countries. I will not take the knee but this does not mean at all that I am less committed than others in the fight against racism.
— Charles Leclerc (@Charles_Leclerc) July 5, 2020