Il giornalista Domenico Quirico ha pubblicato sulle pagine della Stampa una riflessione sulla direzione sempre più bellicosa che il mondo sta prendendo, tra enunciazioni di guerre imminenti e sempre più ampie, al grido di una sempre più necessaria economia di guerra. “Menti incorreggibili, autocratiche ma purtroppo anche democratiche”, spiega, “per giustificare la propria esistenza e il potere, stanno radunando milioni di uomini attorno a vessilli dalle parvenze medievali”.
Quelle stesse menti, analizza ancora Quirico, “ci invitano da ogni pulpito a concentrare tutte le nostre forze nell’opera di distruzione“, procedendo così, “a piccoli passi” ma anche “sempre più rapidamente”, in un processo “che nessuno osa controllare e tanto meno mettere in discussione”, nell’indifferenza “di fronte a tutte le catastrofi del ventesimo e ventunesimo secolo”. Tutto, in questo mondo sempre più in guerra, ma che non è veramente in guerra, si riduce, secondo Quirico, “a uno schema binario, solo due opzioni: noi o loro“, pace o guerra. Ma il problema è che “questa eclissi della ragione è esattamente quello che voleva Putin: in un mondo a spicchi diviso da Cortine impenetrabili, eternizzerà il suo ottantacinque per cento“.
Domenico Quirico: “La pace ormai non ha più nessun significato”
Un punto, riflette Quirico, a cui siamo arrivati “grazie a una estensione della unicità del riferimento, la guerra inevitabile, servita con graduazioni sapientemente omeopatiche”. L’effetto è che ora “l’espressione di orientamenti divergenti”, intesi semplicemente come “battersi per la tregua, il cessate il fuoco, la pace”, finisce per “perdere qualsiasi significato“, che si nota anche a soprattutto nel sempre più frequente “uso di citazioni retoriche”.
“La morte di ogni ipotesi alternativa a una guerra sempre più ovvia e totale”, riflette Quirico, “si ottiene come sempre con dotte calunnie”. Non stupisce un tale atteggiamento nel “tirannello moscovita“, ma stride nelle “democrazie dove il dissenso e la varietà delle idee dovrebbero essere indispensabili”. Tutti gridano che Putin è “un mosto che vuole assoggettare il mondo intero“, ma di contro secondo Quirico “nessuno spiega con che mezzi” e nessuno da “dove sono le prove, se non la sua cattiveria demoniaca”. Questo, però, “basta per condannare qualsiasi dubbio”, perché è ormai chiaro che “le enunciazioni che meglio fruttano a loro vantaggio risultano tanto più efficaci quanto più sono l’obitorio della ragione“.