Si è conclusa la battaglia legale durata anni (era cominciata nel 2014) tra Led Zeppelin i possessori dei diritti d’autore del brano Taurus del gruppo americano Spirit. Oggetto del contendere è stato il presunto plagio del celeberrimo pezzo Stairway to Heaven di Robert Plant e Jimmy Page, i quali sono stati accusati di aver plagiato quello degli Spirit, inciso due anni prima del loro, nel 1968. L’accusa riguardava la sequenza di accordi di chitarra, in effetti alquanto simile. La Nona corte d’appello americana ha stabilito adesso che la canzone non infrange il copyright, ribaltando una precedente sentenza a cui si era sempre fatto riferimento in casi analoghi, e che cioè una canzone fosse sostanzialmente simile a un’altra non per volontà, ma perché impressa nella memoria dell’autore successivo. Cioè bastava che un autore conoscesse l’altro brano per essere accusato di plagio.



RIBALTATO IL CONCETTO DI PLAGIO

Nel 2015 ad esempio gli eredi di Marvin Gaye vinsero una causa di plagio contro Pharrell Williams e Robin Thicke autori di Blurred Lines che avrebbe plagiato Got to give it up di Gaye. Era già successo negli anni 70 con la famosissima My sweet Lord di George Harrison, che era stato condannato per plagio. La Corte ha cambiato il metodi di giudizio: “Non abbiamo mai inteso il copyright come la protezione di qualche nota” ha scritto la Corte. “Al contrario abbiamo sempre sostenuto che “una sequenza di quattro note” peraltro comune in musica non sia un’espressione degna di copyright nel caso di una canzone”. Prima in sostanza per l’accusa di plagio era sufficiente dimostrare che un artista avesse potuto ascoltare un brano e che ci fosse una vaga somiglianza, ora la devi provare. La causa era iniziata nel 2014 quando gli eredi di Randy Wolfe, scomparso da tempo e che non aveva mai accusato i Led Zeppelin di avergli rubato la canzone, aprirono la causa. In primo grado avevano vinto ma nel 2018 un giudice aveva riaperto il caso tenendo che il giudice precedente aveva dato informazioni sbagliate alla giuria.

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