Leda Bertè è la maggiore delle quattro sorelle, più grande di due anni rispetto a Mia Martini e cinque di distanza rispetto a Loredana Bertè. Il rapporto fra Leda e Mimì sarà sempre molto intenso, anche nei momenti più difficili della carriera dell’artista: “C’è stato un momento in cui non aveva nemmeno i soldi per sopravvivere quindi sono intervenuta, sono andata a prenderla a Milano e l’ho portata a casa, 8 mesi è stata da me, finché non ha ricominciato“, ha raccontato a Storie Italiane. Il periodo a cui si riferisce è legato a quelle voci di corridoio che hanno etichettato la Martini come portasfortuna, in grado di mandare all’aria le esibizioni degli altri cantanti in occasione dei Festival dedicati alla musica. Una diceria che si è trasformata in una cattiveria in grado di colpire duramente l’animo della cantante. Il ricordo si è fatto ancora più intenso e doloroso in occasione dell’uscita del film “Io sono Mia” della Rai, un’idea che sarebbe partita proprio dalla stessa Leda, esclusa poi dal progetto prodotto da Luca Barbareschi. Diverso invece il rapporto fra Leda e Loredana Bertè, ospite di “Verissimo” nella puntata di oggi, sabato 7 dicembre 2019: “Non ci sentiamo da un po’ di tempo, anni. Siamo sorelle un po’ strane. Ognuna di noi ha scelto una strada diversa“. Nessun litigio eclatante, solo la volontà di pensare ognuna alla propria vita. “Una persona un po’ particolare, che va saputa prendere“, ha detto di Loredana, “un’artista a modo suo“. Sul padre Radames invece ha spesso criticato il suo credersi l’unico detentore della verità sulla vita e la morte di Mia, tanto da decidere come gestire le sue memorie. “Nostro padre è stato sempre un padre-padrone che avrebbe dovuto mostrarsi più paterno“, ha sentenziato tempo fa in un’intervista ad Anna Lamonaca.

Leda Bertè: la sorella maggiore di Loredana lontana dai riflettori

Leda Bertè sarà al fianco della sorella Loredana Bertè quel giorno in cui Mia Martini è stata trovata senza vita nel suo appartamento. “Abbiamo notato dei lividi sul corpo di Mia, il che ci fa pensare che poco prima abbia avuto uno scontro con qualcuno, magari con nostro padre che era un uomo violento e con cui non si andava d’accordo“, ha detto al settimanale Spy. Il sospetto nasce anche dal comportamento successivo del padre Ramades, che sceglierà di far cremare il corpo della figlia senza avvisare il resto della famiglia. “Loredana era splendida, di una bellezza folgorante, a Mimì invece, bastava sentire delle note uscire dalla radio perché cantasse. Un talento innato“, ha raccontato Leda a Anna Lamonaca. “Quando lei ha avuto un certo successo, Loredana si è imposta con Renato Zero, entrando come ballerini nei Collettoni di Rita Pavone. Le mie sorelle hanno creato stili e tendenze, anticipato i tempi e soprattutto si sono imposte nel panorama musicale Italiano. Non si diventa artisti, si nasce artisti ed è la vita, le esperienze, la gavetta che rendono un personaggio unico nel suo genere. Chi canta deve rendere partecipe chi ascolta della sua emozione, cosa che Mimì riusciva a fare splendidamente“. Guardando indietro, Leda è sicura che Mia abbia pagato per le sue scelte professionali, distanti dalle regole commerciali eppure coerenti con il suo modo di concepire la musica. In seguito alla morte di Mimì, la maggiore delle quattro sorelle ha deciso di impegnarsi per proteggere l’immagine della Martini fondando l’associazione “Il Minuetto“, una onlus nata anche per mantenere ancora vivo il legame con tutti gli ammiratori della cantante. “Ho sempre svolto il ruolo della sorella più grande“, dice ancora nell’intervista, “il mio è sempre stato un ruolo materno, un compito che ho accettato di buon grado: le seguivo, le accudivo. Sono fuori dal mondo dello spettacolo, devo dirti che non lo amo. Ho dovuto costruirmi da sola quello che ho“.



 

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