Lee Miller è la storia vera della modella americana, Elizabeth Miller (interpretata da Kate Winslet), che iniziò la sua carriera a New York, negli anni Venti, per poi divenire fotografa di moda e arte a Parigi, tra circoli e salotti letterari degli anni Trenta e, infine, fotoreporter di guerra, negli anni bui della Seconda guerra mondiale. Al suo fianco, nel cast, Alexander Skarsgård e Marion Cotillard.
Torniamo in guerra, in tempi di guerra, al fianco di Lee Miller. L’energica e scorbutica protagonista di questa appassionante storia è stata un’apprezzata modella, un’iconica fotografa del surrealismo (musa di Man Ray), ma anche e soprattutto una coraggiosa fotografa di guerra per “Vogue”, il magazine che le ha dato fama e visibilità.
Non era facile, per una donna, vissuta nel cuore della Seconda guerra mondiale, trovare spazio pubblico e credibilità. Ma, in viaggio tra New York, Parigi e Londra, la Miller ha trovato e creato spunti fotografici memorabili, offerti dagli orrori della guerra che minacciava la sopravvivenza del mondo. Si trovò testimone attonita di bombardamenti, documentò l’uso sperimentale del napalm, raccontò la liberazione di Parigi, i campi di concentramento di Buchenwald e Dachau e si fotografò, seminuda, nella vasca da bagno di Hitler, a Monaco, poco dopo che la città fu occupata dagli alleati. E molto altro.
Lee Miller si trovò dove bisognava trovarsi, a quel tempo, per raccontare la cruda e crudele verità al mondo intero.
La regia di Ellen Kuras, apprezzata e navigata direttrice della fotografia (alla sua opera prima in un lungometraggio narrativo), spinge sulla tematica femminile, raccontandoci la forte personalità di una donna che, all’epoca, ha aperto nuove strade e consuetudini, conquistando spazi e visibilità nell’America dei maschi alfa, detentori di cariche, onori e responsabilità. Una storia di riscatto e determinazione che potrebbe essere scritta oggi, nei numerosi fronti della guerra di genere, che imperversa negli uffici, nelle famiglie, nelle strade e in tutte le storie di ordinaria preistoria culturale, che non accenna ad estinguersi.
Sullo sfondo degli eventi storici di una vita, che rapiscono la memoria visiva dello spettatore, trova ampio spazio la storia emotiva e privata di un cuore indisposto, scheggiato, rancoroso, segnato dalla violenza familiare, assediato nel tempo dall’alcol, dall’insonnia e dalla depressione.
Una donna burbera, fragile e sincera, capace di abbattere barriere e infrangere cuori, con la seduzione del corpo e della mente. Una donna coraggio che Ellen Kuras racconta senza filtri pietosi, senza trucchi per renderla simpatica e senza drammi per spremere abbondanti lacrime. Un personaggio forte (di cui forse si fatica a innamorarsi) che alimenta un gran desiderio di giustizia e che spinge lo spettatore ad approfondire l’opera fotografica dell’artista, la sua pietà, la sua verità, il suo rigore, la sua provocazione.
Kate Winslet, candidata come migliore attrice in un ruolo drammatico ai Golden Globe 2025, fa il suo compito con la maestria di cui è capace, ma tenendo tutta per sé l’empatia di una biografia che certamente andava raccontata, ma forse con più passione.
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