Mentre montano le polemiche per il tentativo di “censura” da parte della Rai in merito al discorso di Fedez, il leader della Lega lo commenta invitando il rapper ad un confronto. «Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti», ha scritto Matteo Salvini su Facebook, esprimendosi sul monologo con cui il rapper dal palco del Concerto del Primo Maggio ha rivolto un attacco durissimo al Carroccio sul ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia. «Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole», la premessa di Salvini. Poi la stoccata: «Chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così».
Dopo aver invitato Fedez a bere un caffè, Matteo Salvini ha ribadito: «Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo». Quindi, ha concluso il suo post: «Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo». (agg. di Silvana Palazzo)
LEGA A FEDEZ “NON ATTACCARCI AL CONCERTONE”
La Lega anticipa Fedez in vista della sua partecipazione al Concerto del Primo Maggio a Roma. Visto che il rapper nelle ultime settimane si è espresso più volte sul tema del ddl Zan, il partito guidato da Matteo Salvini ha provato a giocare d’anticipo. «Se userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento», avverte la Lega, che si rivolge all’artista anche chiamandolo col nome di battesimo. «Se davvero il signor Federico Leonardo Lucia deciderà di promuovere la propria figura attaccando Lega e Vaticano, sarà un insulto al 1 maggio». Il tema di oggi per la Lega è un altro, cioè i 945mila posti di lavoro andati persi in un anno a causa della crisi causata dalla pandemia Covid e la disoccupazione giovanile al 33%. Quindi il monito: «Non si usano i diritti dei lavoratori per promuovere la propria immagine e fare ulteriori profitti». La nota è firmata dai senatori e deputati della Lega in Vigilanza Rai, cioè il capogruppo Massimiliano Capitanio e orgio Bergesio, Laura Cavandoli, Dimitri Coin, Umberto Fusco, Elena Maccanti, Simona Pergreffi.
FEDEZ VS LEGA “MI ASSUMO MIE RESPONSABILITÀ”
La Lega ha voluto mandare un messaggio anche alla Rai. «Non può comprare interventi d’odio a scatola chiusa e non si invochi la censura, perché al rapper non mancano certo spazi per manifestare il suo pensiero, tra l’altro noto anche ai sassi». Il partito guidato da Matteo Salvini ha avvertito Viale Mazzini, che «ha ancora qualche ora per rimediare». Altrimenti la Lega «si muoverà in tutte le sedi competenti». Non manca un messaggio ai sindacati, che la Lega invita a ricordare che «il lavoro appartiene a tutti, non lo si svilisca per regalare qualche like a un cantante milionario». Non è tardata ad arrivare la replica di Fedez, che pochi minuti fa nelle Instagram Stories ha scritto: «È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi per edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente».
Il rapper ha poi concluso: «Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio».