I referendum sulla giustizia proposti dalla Lega sono quasi tutti incostituzionali per Marco Travaglio. Il direttore del Fatto Quotidiano lo ha spiegato in un editoriale pubblicato oggi sulla prima pagina del suo giornale, spiegando punto per punto le ragioni delle sue opinioni. Non è tardata ad arrivare la replica del Carroccio, a partire dalla questione della responsabilità civile. Secondo Travaglio, se passa il referendum, chi ritiene di aver subito un torto dalla giustizia potrà fare causa al magistrato anziché chiedere danni allo Stato, quindi «chiunque sarà condannato nel penale o si vedrà dar torto nel civile denuncerà i suoi giudici. Che, per evitarle, non condanneranno più nessuno o daranno sempre ragione ai potenti e mai ai deboli». Il partito di Matteo Salvini, invece, chiarisce che la responsabilità civile non ha niente a che fare con la denuncia penale, già peraltro possibile se si ritiene che il magistrato abbia commesso un reato.
«Non si comprende poi perché i giudici dovrebbero non condannare o dare ragione ai potenti; tutti i professionisti sono responsabili del loro operato e dei loro errori, e non per questo adempiono malamente ai loro compiti». La Lega ricorda poi a Marco Travaglio che attualmente la legge già prevede che lo Stato possa rivalersi nei confronti del magistrato, quindi «il referendum rende questo meccanismo diretto e immediato. Ciascuno deve essere responsabile del proprio operato, magistrato o no».
MANETTE VIETATE? LEGA REPLICA A TRAVAGLIO
Ma c’è un altro aspetto dei referendum sulla giustizia che Marco Travaglio ha duramente attaccato sulle colonne del Fatto Quotidiano. «Ladri, scippatori, bancarottieri, evasori frodatori, corrotti, corruttori, concussori, truffatori, stalker verrbbero fermati e subito scarcerati dopo 48 ore». Per il direttore del giornale «una follia contraria ai principi di eguaglianza, di ragionevolezza e con le esigenze di ordine pubblico». Il riferimento è al fatto che non ci sarebbe più la custodia cautelare in carcere in caso di finanziamento illecito ai partiti e per tutti quei delitti puniti con pene al di sopra dei 5 anni. In questo caso le osservazioni che fa la Lega sono due, la prima di natura prettamente tecnica. «Resterebbe comunque la possibilità di disporre misure cautelari per il pericolo di commissione di gravi delitti, come quelli con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale (oltre a quelli di criminalità organizzata e contro l’ordine costituzionale)».
Inoltre, nel caso in cui sussistesse il pericolo di fuga o inquinamento delle prove, la misura cautelare resta prevista. Ma il partito di Matteo Salvini ha voluto rispondere al giornalista anche con un’osservazione politica. La Lega parla, infatti, di «improvvisazione costituzionalista» che «porta a citare a sproposito i principi di uguaglianza e ragionevolezza (che nulla hanno a che vedere con l’intervento referendario) e a dimenticare il principio cardine della proposta: la presunzione di innocenza». In quanto presunti innocenti/colpevoli, la custodia cautelare «deve essere un rimedio assolutamente eccezionale». Ma se dovessero essere condannati in via definitiva, e quindi essere riconosciuti colpevoli, non servirebbero le misure cautelarsi, in quanto verrebbe «applicata una pena giusta e rigorosa».