La cannabis è stata legalizzata 5 anni fa in Canada ma non sembra riscuotere gli effetti sperati. Il Cannabis Act dell’ottobre 2018 aveva infatti l’obiettivo di limitare il traffico, proteggere i giovani e esercitare un migliore controllo sui prodotti consumati. Tutti questi obiettivi non sono stati raggiunti. In quel momento, il Canada era il secondo paese al mondo, dopo l’Uruguay, non solo a legalizzare il consumo di cannabis non terapeutica negli adulti, ma anche a controllarne la produzione, distribuzione e vendita. Un anno dopo il paese ha esteso l’autorizzazione al commercio di fiori di cannabis essiccati a tutti i prodotti che ne possono contenere, portando a una notevole espansione dei punti vendita in tutto il paese.
Questa estrema apertura verso la cannabis, come riporta Le Figaro, avrebbe però portato ad un aumento di psicosi legato proprio a questo provvedimento. A dirlo è, in particolare, una recente ricerca. Un ampio studio condotto da ricercatori canadesi e pubblicato sulla rivista medica americana Jama Network Open avrebbe infatti riscontrato un aumento delle ospedalizzazioni legate a episodi psicotici correlati all’uso di questa sostanza psicotropa.
CAUSE AUMENTO PSICOSI: NON SOLO LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS
La legalizzazione potrebbe non essere l’unica ragione di questo aumento, poiché il consumo di cannabis era già in aumento nel 2018, ma probabilmente ha “dato un impulso” secondo Michael J. Armstrong, professore associato presso l’Università Brock dell’Ontario, in un articolo pubblicato alla fine di ottobre su The Conversation. La libera commercializzazione è sicuramente associata a un repentino aumento di oltre il 10% nel 2020 e nel 2021 delle ospedalizzazioni dovute alla cannabis negli stati dell’Ontario, dell’Alberta, della Columbia Britannica e del Québec, come mostra uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di ricerca dell’ospedale di Ottawa. Ancora più preoccupante è perà poi l’aumento delle ammissioni per episodi psicotici (cioè quando la persona presenta un delirio) che progressivamente crescono. “Questo può essere dovuto non solo a un’offerta più abbondante e accessibile, ma anche al fatto che i prodotti ora hanno concentrazioni molto più elevate di THC, la sostanza allucinogena della cannabis“, ha precisato il primo autore dello studio, Daniel T. Myran.
Sconfessata è stata poi la tesi che attribuiva l’aumento di patologie mentali a seguito dei lockdown messi in atto durante il Covid. In realtà infatti l’aumento di psicosi si stava registrando già prima della pandemia. Nell’Ontario, ad esempio, la percentuale delle ospedalizzazioni dovute alla cannabis è più che raddoppiata tra il 2015 e il 2022. Il rischio di sviluppare schizzofrenia tra l’altro è maggiore negli adolescenti. Un aumento simile delle ospedalizzazioni legate agli episodi di psicosi correlati all’uso della cannabis è stato riscontrato in tre stati americani quali California, Oregon e Washington dopo la liberalizzazione del suo consumo, secondo uno studio pubblicato l’anno scorso da ricercatori della Harvard Medical School di Boston.
LEGALIZZAZIONE CANNABIS: GLI OBIETTIVI CENTRATI
Se dal punto di vista della salute si sono registrati risvolti negativi, gli obiettivi sottesi al cannabis act sono stati però sostanzialmente centrati. Gli utenti infatti si approvvigionano ora più spesso da fonti legali e controllate dallo Stato. L’obiettivo invece legato alla maggiore protezione dei minori sembra non essere stato raggiunto, poiché il consumo di cannabis nell’ultimo mese da parte dei minori di 19 anni non è diminuito dal 2018, come indicato dall’ultima indagine del CCS. Negli Stati Uniti, uno studio comparativo condotto su 18 stati e pubblicato nel 2021 ha mostrato un forte aumento delle ospedalizzazioni degli adolescenti legate alla cannabis una volta che il suo consumo è stato legalizzato per coloro che hanno più di 21 anni. Curiosamente, tra l’altro, nel 2019, come riporta sempre Le Figaro, le autorità sanitarie canadesi hanno rimosso l’obbligo di menzionare il rischio di psicosi o schizofrenia nei numerosi avvertimenti presenti sui prodotti contenenti cannabis.
Va sottolineato infine un ultimo elemento. Dal 2018, le vendite di prodotti non terapeutici a base di cannabis hanno registrato una crescita molto significativa in Canada, alimentate ora da un’industria potente che non esita a elogiare gli effetti euforici e stimolanti della droga. La situazione è destinata a degenerare ulteriormente dal punto di vista degli effetti negativi sulla salute se in fase di revisione del cannabis act non si introdurranno miglioramenti finalizzati alla regolamentazione della droga in futuro.