Nonostante le critiche di esperti, medici e Stati federali, il ministro della Sanità tedesco Karl Lauterbach tira dritto sulla legalizzazione del possesso e consumo di cannabis da parte degli adulti, ma in quantità limitate. Ora tira in ballo un nuovo studio condotto dall’Istituto per la Ricerca interdisciplinare sulle Dipendenze e le Droghe. “I risultati dello studio confermano i nostri piani per la distribuzione controllata di cannabis agli adulti“, ha scritto in una lettera ai partiti e agli altri ministeri federali. Il timore legato alla legge a cui si sta lavorando riguarda la protezione dei minori e il contenimento del mercato nero. “Le esperienze di altri Paesi con altri approcci normativi dimostrano che è giusto mettere al centro dei nostri piani legislativi la protezione dei bambini, dei giovani e della salute, nonché il contenimento del mercato illegale della cannabis“, ha aggiunto Lauterbach, come riportato da Frankfurter Allgemeine Zeitung.



Pertanto, si ritiene importante adoperare “misure per garantire la protezione dei bambini e dei giovani e per ridurre l’attrattiva dei prodotti per i giovani“. Secondo il ministro, “devono essere incluse nell’attuazione della legalizzazione“. Ma i risultati dello studio dal titolo “Effetti della legalizzazione della cannabis (ECaLe)“, stando a quanto riportato da FAZ, non sostengono in maniera inequivocabile i piani del governo tedesco, a differenza da quanto dichiarato dal ministro. Il documento spiega che è vero che, dopo la legalizzazione della cannabis, meno adulti si procurano la droga da fonti illegali, ma d’altra parte c’è il rischio che un maggior numero di giovani consumi cannabis, ed è proprio questo che si vuole evitare.



STUDIO SU LEGALIZZAZIONE CANNABIS “MINORI A RISCHIO”

Dopo aver valutato le analisi di esperti e oltre 160 studi sulla legalizzazione della cannabis in altri Paesi, gli autori dello studio concludono che dopo la legalizzazione della cannabis ci si può aspettare un leggero aumento del consumo. Le conseguenze negative sono deboli, ma comunque evidenti. Ad esempio, il numero di ricoveri d’emergenza per disturbi acuti o cronici legati alla cannabis negli adulti o per incidenti stradali legati alla droga è aumentato leggermente. Ma non è stato possibile osservare un aumento delle psicosi. Invece, diminuisce la “contaminazione” da stupefacenti. Lo studio osserva meno casi di avvelenamento da cannabinoidi sintetici e altre sostanze miste. Quindi, secondo lo studio, sono piuttosto i minori a correre pericoli. Chi fa uso precoce e regolare di stupefacenti prima dei 18 anni potrebbe sviluppare problemi sociali e di salute. Ricercatori e critici hanno ripetutamente evidenziato che il cervello umano continua a crescere fino all’età di 25 anni e potrebbe essere danneggiato dalla cannabis, cioè anche oltre i 18 anni. Anche il ministro della Sanità tedesco è consapevole di questo rischio, ed è per questo che i suoi piani includono il limite di età di 21 anni come una sorta di compromesso, ad esempio per quanto riguarda la distribuzione massima della droga nei cosiddetti “cannabis club“, cioè associazioni di coltivazione non commerciali. Il ministro Karl Lauterbach è cauto anche per quanto riguarda gli alimenti realizzati con sostanze stupefacenti. Negli Stati Uniti, uno studio ha riscontrato un netto aumento dell’intossicazione tra i bambini al di sotto dei 10 anni. Presumibilmente, dunque, il divieto di questi prodotti voluto da Lauterbach resterà in vigore.

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