La legalizzazione della cannabis danneggia Big Pharma
Uno studio svolto dalla California Polytechnic State University in collaborazione con l’Università del New Mexico ha scoperto come la legalizzazione della cannabis ha effetti piuttosto marcati sul valore azionario delle aziende farmaceutiche. Lo studio ha analizzato i rendimenti sul mercato azionario delle aziende farmaceutiche quotate in borsa, prendendo in analisi il mercato americano. Da questa analisi è emerso come i rendimenti di Big Pharma erano inferiori dell’1,5/2% già nel 10 giorni successivi alla legalizzazione della cannabis ad uso medico e ricreativo.
Il fatto che solamente in 10 giorni il rendimento si sia ridotto così tanto significa che in un anno le perdite economiche delle aziende farmaceutiche potrebbero ammontare a miliardi di dollari. Questo studio, però, va sottolineato che trova un’applicazione concreta soprattutto sul mercato americano, dove tutti i farmaci sono tutti a pagamento e i loro costi in molti casi risultano eccessivi per la maggior parte della popolazione, che quindi preferisce utilizzare la cannabis il cui costo è decisamente minore e può essere utile per mitigare gli effetti di parecchi malanni piuttosto diffusi nella popolazione globale.
Legalizzazione della cannabis: un potenziale vantaggio per Big Pharma?
Insomma, dallo studio dell’università della California e del New Mexico si è rilevato come il rendimento delle azioni delle case farmaceutiche si riduca con la legalizzazione della cannabis. Inoltre, lo studio evidenzia anche come la vendita generale dei farmaci convenzionali si riduce di circa l’11% con la cannabis accessibile a fini medici e ricreativi. Tuttavia, va sottolineato anche come la legalizzazione della cannabis ricreativa ha un impatto doppio nella popolazione rispetto a quella medica, ma succede in virtù del fatto che in ambito medico sia utilizzata nel trattamento di pochissime malattie (per le più gravi e completamente debilitanti).
Infine, sempre nell’ambito dello studio, si evidenzia anche come i produttori di farmaci di marca siano più colpiti dalla legalizzazione della cannabis rispetto ai produttori di farmaci generici (i cui costi sono ovviamente ridotti rispetto alle controparti di marca). Questo dovrebbe dimostrare, nell’ottica del team di studio, come le cause farmaceutiche potrebbero trarre vantaggio dall’investire nel mercato cannabis (la cui applicazione potrebbe andare dal mal di testa, fino agli spasmi, passando anche dal trattamento di condizioni mentali quali ansia e depressione), invece che opporsi fermamente alla legalizzazione.