Il caso dell’incidente degli Youtuber a Casal Polacco, a Roma, da cui è scaturita la morte anche di un minore, sta destando ampie critiche nell’opinione pubblica che chiede a gran voce una dura condanna dei giovani colpevoli. E sulla stessa linea anche il Governo Meloni, che starebbe pensando all’introduzione di una nuova fattispecie di reato penale ad hoc contro ogni forma di istigazione alla violenza online. La moda tra alcuni giovani youtuber (minorenni e non) sembra in effetti essere orientata a raggiungere followers e visualizzazioni tramite sfide sul web (dette ‘challenge’) a sfondo spesso violento. Non sembrano aver nulla a che fare con semplici bravate come le si vorrebbero a volte far passare.
Video di questo tipo, tra l’altro, potrebbero influenzare le menti dei giovani, soprattutto dei più deboli, lasciando trasparire un’inversione nella scala dei valori, di ciò che è giusto e di ciò che è illegale. Come apprendiamo su Il Messaggero uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità condotto tra gli studenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni il 6,1% dei ragazzi ha partecipato almeno una volta nella vita a una sfida social pericolosa. Il dato non va sottovalutato e richiede un intervento.
In cosa consiste il disegno di legge contro gli Youtuber
Sulla base del pericoloso ‘trend’ emergente, per evitare altre future tragedie, è stato presentato (per ora solo verbalmente) un disegno di legge a firma Lega per introdurre il reato che punisca chi, maggiorenne o meno, “esalta condotte illegali” o “istiga alla violenza” postando dei video sui social e guadagnando attraverso le piattaforme digital. Il provvedimento dovrebbe entrar a far parte della fase 2 della riforma di giustizia a cui starebbe lavorando il Guardasigilli Nordio, che dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2023.
La legge, se dovesse passare, andrebbe a modificare ed integrare il già esistente articolo 414 del Codice penale relativo al reato di istigazione a delinquere. Sebbene copra già l’istigazione alla violenza compiuta con ogni mezzo, la novella andrebbe a rafforzare la norma, sanzionando tutte le condotte illegali diffuse sui canali social e prevedendo fino a 5 anni di carcere, sia per chi è maggiorenne che per le persone minorenni. Una bozza del disegno di legge ancora non esiste a tutti gli effetti. Non manca però già la querelle di coloro che già parlano di normativa vaga, inutile e ridondante, oltre che pericolosamente repressiva.