“Sarà una legge di bilancio complicata, tutte lo sono. Siamo chiamati a decidere delle priorità: non si potrà fare tutto, certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio-bassi, ma dovremo anche usare le risorse a disposizione per promuovere la crescita”. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha spiegato così al Meeting di Rimini le linee di indirizzo per la prossima legge di bilancio. Sviluppo e natalità rimangono le priorità del Governo Meloni, ma bisognerà fare i conti con le risorse a disposizione. Secondo Mario Baldassarri, ex viceministro dell’Economia e presidente del Centro studi EconomiaReale di Roma e dell’Istao di Ancona, per avere più margini di manovra occorrerebbe intervenire su spesa pubblica e tasse. E allo stesso tempo promuovere quattro grandi riforme nel campo della giustizia, del fisco, della pubblica amministrazione e in relazione al mercato e alla concorrenza.



Giorgetti ha spiegato come si muoverà il Governo per approntare la legge di bilancio dell’anno prossimo: nella sostanza la coperta è corta e per questo bisognerà fare delle scelte. Cosa possiamo aspettarci?

Questo tormentone della coperta corta lo sento da trent’anni. Bisognerebbe dire più che correttamente che se non si vogliono intaccare i 1.200 miliardi di spesa pubblica e i 1.100 miliardi di tasse allora la coperta è corta, nel senso che è evidente che la politica economica seria non si fa aumentando il deficit e il debito. La vera politica economica è quella che trova le risorse dentro il bilancio pubblico, non dimenticando che sul lato della spesa ci sono almeno 100 miliardi di sprechi, malversazioni e ruberie e sul lato delle entrate mancano 100 miliardi di evasione fiscale. Se non si vogliono toccare queste due cose dire che la coperta è corta è buon senso: qualunque cosa venga fatta con più deficit e più debito nel giro di poche settimane o mesi verrebbe bruciata dalla reazione dei mercati finanziari.



Quindi non ci sono margini di manovra se si lascia la situazione com’è ora?

Esattamente. È quello che il governatore Visco dice da tre anni: la madre di tutte le riforme è la ristrutturazione del bilancio pubblico dal lato della spesa e dal lato delle entrate. Giorgetti ha ragione, se non si toccano quei moloch. La coperta è corta se qualcuno pensa di fare più deficit e più debito, ma è grandissima se si va a valutare cosa c’è dentro quei 1200 miliardi di spesa pubblica.

Che cosa significa?

Noi l’anno scorso, nell’arco di 18 mesi, abbiamo dato 100 miliardi di sussidi per pagare le bollette alle famiglie e alle imprese. Ovviamente il giorno dopo quei 100 miliardi di sussidi mascherati a famiglie e imprese, sono diventati sussidi alle imprese energetiche italiane che hanno fatto altrettanti extraprofitti. Adesso, francamente, gli extraprofitti delle banche, che sono stimati in 10 miliardi, sembrano più uno specchietto per le allodole. E questo è avvenuto in tutta Europa. La legge di bilancio 2024 è importantissima, ancora più importante, comunque, è che sia affiancata dalle quattro riforme strutturali: fisco, giustizia, pubblica amministrazione, mercato e concorrenza.



Rimanendo così le cose quali dovranno essere le priorità per il Governo?

10 miliardi servono semplicemente per confermare il taglio del cuneo contributivo, poi servirà qualcosa per i contratti del pubblico impiego e per altri interventi. Qualunque altra priorità che venisse scelta, dal punto di vista delle risorse la quantità sarà assolutamente inefficace. Se si fa una riforma fiscale in cui lo sgravio è di 5 miliardi serve a poco. Una riforma fiscale seria deve sgravare di 40, 50 miliardi, allora può avere un effetto. Se non si aggrediscono i due moloch ciò che resta per la politica economica sono comunque bricioline nell’ambito del sacrosanto impegno a non aumentare il deficit e il debito.

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