La legge elettorale, seppur sempre “strattonata” da quella o l’altra opposizione, è il “termometro” della democrazia e mai come in questi tempi si assiste ad una sostanziale “abiura” del Rosatellum bis di tutti i partiti che pure l’avevano votata (Pd, Lega, Forza Italia e Sinistra). Tutti meno il M5s, “mirino” infatti di quella legge approvata prima delle Elezioni del 2018 in pieno Governo Gentiloni dopo il fallimento dell’Italicum nel Referendum del Governo Renzi: ebbene oggi si parla ancora di maggioritario e promozionale, l’eterna sfida tra i due sistemi elettorali che nascono con l’idea di garantire uno la governabilità e l’altro la rappresentanza. Dopo la nascita del secondo Governo Conte, Pd e M5s hanno annunciato che uno dei primi provvedimenti assieme alla Manovra sarà proprio la formulazione di una nuova Legge elettorale che da più parti vede iscritto già il “nuovo nemico”, ovvero Matteo Salvini. Per evitare infatti che il Rosatellum bis (una legge proporzionale misto maggioritario vista la presenza dei collegi uninominali) possa far trionfare il Centrodestra a guida leghista nelle prossime Elezioni, i “giallorossi” stanno pensando ad un ritorno alla legge per eccellenza della Prima Repubblica, quel promozionale che era stato poi abbandonato nell’epoca di Berlusconi e nei successivi Governi Pd.
IL REFERENDUM DI SALVINI CONTRO IL PROPORZIONALE
«Se 5 Regioni a maggioranza assoluta chiedono un referendum, la proposta non si sottopone a un voto sulla piattaforma Rousseau, ma tra i cittadini. Avere un sistema elettorale in Italia totalmente maggioritario. Chi vince un voto in più vince, collegio per collegio come i sindaci», questa è stata la proposta lanciata ieri da Salvini durante l’Assemblea degli Amministratori locali della Lega” tenutasi all’Hotel Leonardo da Vinci a Milano nord. Un referendum, proprio come l’altro Matteo, per rilanciare il tema della legge elettorale “maggioritaria” in modo da capitalizzare il consenso che vede la Lega, nonostante la crisi di Governo, comunque in rampa di lancio con la coalizione di Centrodestra. «Una delle prime riunioni di questa maggioranza, fatta al chiuso di una stanza, non l’hanno fatta sull’energia ma sulla legge elettorale, sul proporzionale per continuare a perpetrare l’inciucio», ha attaccato ancora Salvini che chiede una riforma elettorale all’inglese con 630 colleghi in cui si eleggono i parlamentari, «La gente così conosce nomi e cognomi, e si governa». Meloni e Fratelli d’Italia si dicono d’accordo, Forza Italia resta con forti dubbi (teme di perdere netta centrali nella nuova coalizione) mentre dal Pd il primo a rispondere è Ettore Rosato (Pd, anche se forse ancora per poco data la costituzione dei nuovi gruppi in Parlamento legati a Matteo Renzi, ndr) «nell’accordo di governo Tra M5s e Pd c’è una parte che parla di riforma proporzionale assieme alla riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari per ‘controbilanciarne’ gli effetti. E i capigruppo sono già al lavoro. Immagino – conclude il deputato – che un braccio di ferro con le regioni sia solo una provocazione alla Salvini. Era al governo, poteva governare se ne era capace».