Da oggi la legge elettorale progettata dal Governo Conte-2 avrà un “terzo” nome: non più solo Germanicum o Brescellum, ma anche “salva-Zingaretti” come l’hanno rinominata quasi tutti i partecipanti alla Commissione Affari Costituzionali dopo la convulsa udienza di questo pomeriggio. Il Governo ottiene il primo sì al Brescellum, il Segretario Pd ottiene una prima parte dell’accordo con il Movimento 5 Stelle legato al referendum sul taglio dei parlamentari: votare almeno in un ramo del Parlamento la legge elettorale per ‘giustificare’ il taglio dei parlamentari (legge mai votata prima dell’ultimo passaggio in Parlamento, poche settimane dopo la nascita del Governo Pd-M5s). Da qui la “fretta” del Partito Democratico per tener fede alla “promessa” del Segretario Zingaretti rilanciata nell’ultima Direzione Nazionale; fretta che oggi in Commissione ha fatto esplodere l’autentica baraonda tra tutti i partiti politici. Per capire cosa è successo occorre questa volta partire dal fondo: Pd e M5s votano il primo Sì al testo messo a punto dal presidente di Commissione Giuseppe Brescia, una sorta di proporzionale “puro” con eliminati i collegi uninominali e alzata la soglia di sbarramento al 5%. Il resto del Governo – LeU e Italia Viva – insieme a tutte le opposizioni, per motivi diversi, sono usciti dall’aula contestando il voto poi approvato solo dai deputati dem e grillini.
CAOS IN COMMISSIONE: PASSA IL “SALVA-ZINGARETTI”
Come rivelano le fonti dell’Adnkronos in Commissione Affari Costituzionali, Italia Viva non ha partecipato al voto, Leu e Più Europa si sono astenuti mentre l’opposizione di Centrodestra ha abbandonato i lavori al momento della votazione in segno di protesta. Francesco Paolo Sisto, Forza Italia, al prima del voto sulla nuova legge elettorale ha richiesto al Governo una relazione tecnica interrompendo l’esame della legge elettorale; «di fronte alla risposta del presidente Brescia di far intervenire il governo solo dopo la pausa dai lavori parlamentari per le regionali e di andare avanti comunque oggi nel voto sul testo base, si è scatenata la bagarre in commissione con le grida che dalla sala della Regina (dove era in corso la riunione) arrivavano fino al cortile di Montecitorio», riporta sempre lAdn. «Prendiamo atto che la commissione non è presieduta da Brescia ma da Zingaretti visto che il Pd ha fretta di approvare questo testo», attacca Igor Iezzi (Lega), mentre Sisto commenta «Incommentabile stravolgimento del regolamento». I renziani con Marco Di Maio attacca la loro stessa maggioranza «non condividiamo un percorso accelerato sulla legge elettorale, che ha bisogno di condivisione anche con le opposizioni, tanto più nella delicata fase che l’Italia sta attraversando», mentre Leu con Fornaro contesta la soglia di sbarramento così alta. L’astensione dei renziani e di Sinistra Italiana-Articolo 1-Mdp ha però consentito comunque che l’iter della legge elettorale potesse proseguire non provocando problemi alla maggioranza in commissione: «Siete un governo di minoranza perchè senza i nostri voti, nè quelli di Leu, nè quelli di Italia Viva nè dei Radicali non avete la maggioranza per approvare questa legge», attacca ancora Sisto uscendo dall’aula. «In ogni caso i due partiti di governo ne escono divisi e sconfitti: Pd e 5 Stelle non potranno coronare il sogno di portare in Aula la legge elettorale a settembre», dichiarano in una nota unitaria i capigruppo del Centrodestra, Igor Iezzi della Lega, Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, Emanuele Prisco di Fratelli d’Italia e Alessandro Colucci di Noi con l’Italia.