Legge europea sulla libertà dei media, atteso a breve il parere del Consiglio dei ministri europeo nonostante alcuni punti restino ancora poco solidi o addirittura controversi. Il portale Euractiv ha visionato un testo di compromesso della legge, semi-definitivo, presentato il 7 giugno dalla presidenza del Consiglio UE. Si tratta di un atto legislativo fondamentale per il settore dei media, per il quale la presidenza svedese del Consiglio UE prevede di ottenere l’approvazione entro il 30 giugno, cioè alla fine del semestre.
Il nuovo documento, visionato da Euractiv, contiene alcune modifiche richieste al testo precedente, ma anche dei cambiamenti che hanno diviso l’opinione degli Stati membri. Ad esempio, il testo iniziale richiedeva che le misure nazionali riguardanti i fornitori di servizi di media fossero debitamente giustificate e proporzionate. Questa limitazione alla discrezionalità dei Paesi europei è stata ora ridotta e riguarderà solo le misure che possono avere un impatto sul pluralismo mediatico o sull’indipendenza editoriale dei fornitori di servizi di media. Tra i vari argomenti trattati dalla legge europea sulla libertà dei media, si stabilisce che l’acquisto di pubblicità da parte dello Stato debba essere un processo trasparente, aperto, proporzionato e con procedure non discriminatorie. Si tratta di una precisazione che ha l’obiettivo di evitare l’indebita interferenza delle autorità pubbliche nel mercato dei media, e per questa ragione è stata estesa anche all’aggiudicazione di forniture o servizi.
Legge UE su libertà dei media: la questione di un organo di supervisione indipendente
La legge europea sulla libertà dei media introduce anche il principio secondo cui gli utenti devono avere il diritto di controllare i servizi media e di gestirli in base ai propri interessi e preferenze. Nelle disposizioni relative al diritto di personalizzazione delle offerte di media sono quindi stati inclusi gli importatori ma anche i produttori e gli sviluppatori. In base alle modifiche apportate al testo della legge, questi soggetti devono anche garantire che i dispositivi e le interfacce utente consentano agli utenti di modificare le impostazioni predefinite relative all’accesso e all’utilizzo dei servizi mediali.
Tra gli aspetti più controversi tra gli Stati membri, è stata mantenuta la disposizione volta a proteggere le fonti giornalistiche. In particolare, su insistenza della Francia è stata aggiunta una deroga “per la salvaguardia della sicurezza nazionale”. Nella legge europea sulla libertà dei media, inoltre, è stata disposta la sostituzione del Gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi con il Comitato europeo per i servizi di media, un organismo di supervisione la cui indipendenza ha scatenato un duro dibattito tra gli Stati membri.