Una legge nata per contrastare il radicalismo islamico a seguito degli attentati degli scorsi mesi che diventa alla fine un disegno di legge “contro i separatismi” e che riafferma i “principi repubblicani”: questo è quanto avvenuto ieri in Francia, con il Presidente Emmanuel Macron che ha presentato la legge “sul caso Paty” (il professore di liceo ucciso fuori Parigi da jihadismo che non accettava la sua lezione in classe sulla libertà di espressione e le vignette di Charlie Hebdo) modificando il “tiro” rispetto ai primi annunci. Si chiamerà “legge per il rafforzamento dei principi repubblicani” e si auspica di combattere tutti i “separatismi” che minano alla laicità francese: il cambio del nome, come nota intelligentemente oggi “il Manifesto“, è stato scelto dal Governo Macron per evitare «l’isterizzazione della discussione e al tempo stesso rafforzare la parte relativa alla promozione della “coesione sociale”». 5 titoli per 57 articoli per cercare di approntare una legge che si allontani dalle proteste viste negli ultimi giorni sull’altro legge francese molto contestata, quella dell’ex repubblicano Darmanin sulla sicurezza globale in difesa delle forze di polizia: si diminuisce l’insegnamento a domicilio (utilizzato da 50mila famiglie francesi), il riaccentrare il controllo dello Stato su scuole private e impedire l’abbandono scolastico. Ma si parla anche di misure contro l’odio in rete, contro le associazioni religiose (se in “contrasto” ai valori della Repubblica) e in generale per riaffermare la centralità del progetto laico della società francese.
MACRON: LAICISMO O LAICITÀ?
Il disegno di legge presentato ha riacceso un tema mai del tutto sopito in Francia come il rapporto tra laicità e secolarismo: Macron si gioca tanto su questo punto, riuscendo nell’impresa (voluta?) di ricevere critiche tanto dalla sinistra quanto dalla destra di Le Pen. A due anni dalle Elezioni Presidenziali, il progetto di legge che nasceva con l’intento di difendere lo Stato dall’islamismo radicale si tramuta in controllo “laico” su ogni qualsivoglia idea “alternativa” ai valori della Repubblica: nel testo è stato cancellato il riferimento esplicito all’“islamismo” ed è proprio per questo punto che Macron e Castex vengono contestati dal centrodestra per “annacquare” un progetto di legge che si dimostra alla fine più “timido” degli annunci iniziali nel voler contrastare il radicalismo. Si toglie il riferimento all’Islam e si allarga a “separatismi” d’ogni genere, come se ad esempio i gruppi cattolici, ebraici o induisti abbiano mai lanciato attentati e minacce alla Francia: come ben nota ancora “il Manifesto”, lo scontro nato in questi giorni in Francia si riassume tra «uno schieramento di laicismo intransigente e una posizione favorevole al multiculturalismo: era sembrato che Macron difendesse questa posizione più “anglosassone” all’inizio del mandato, ma poi è scivolato verso una riconferma della tradizionale posizione di difesa della “laicità”, un concetto che all’estero è poco compreso e che deriva dalla storia della Francia. La laicità è il diritto di credere e di non credere, assieme alla neutralità dei servizi pubblici». Un conto è dunque la laicità che riaffermi la libertà di credere e non credere ad una fede religiosa e di rimanere ugualmente cittadini; un altro è il laicismo, col quale lo Stato “allunghi” la mano sulle religioni e le fedi per “controllarle” meglio e per renderle “neutrali” e “innocue”.