CHE COS’È LA LEGGE MARZIALE E COSA COMPORTA IN COREA DEL SUD IL BLOCCO ALLE ATTIVITÀ POLITICHE
Con l’annuncio choc della legge marziale attivata in Corea del Sud il Presidente Yoon Suk-yeol ha risvegliato una fortissima tensione sociale che da mesi covava lo Stato democratico a sud del 38esimo parallelo: prendendo spunto dall’antichità con il termine “legge del dio Marte”, ovvero la divinità legata alla guerra, la legge marziale rappresenta una procedura d’emergenza che obbliga a particolari leggi che sospendono la maggior parte dello Stato democratico applicando invece norme speciali per momenti speciali come la guerra, un attacco terroristico su più fronti o un pericolo costante per l’ordine pubblico.
È di norma un provvedimento traumatico che sospende un governo civile democratico, mettendo la gestione della legislazione marziale in mano all’esercito: nel caso della Corea del Sud, l’intervento del Presidente dopo lo stallo per l’approvazione della Manovra e le accuse di impeachment giunte dalle opposizioni (Yoon Suk-yeol con il Partito del Potere Popolare dal 2022 è in minoranza nell’Assemblea Nazionale) ha messo in atto una risposta prevista dall’articolo 77 della Costituzione sudcoreana entrata in vigore nel 1980, con metodi e modalità che hanno fatto però gridare al golpe politico-militare a Seul.
In caso di legge marziale, il Presidente deve in primo luogo notificarlo al Parlamento che può avere il peso politico di revocarlo con consenso della maggioranza (cosa che è poi effettivamente avvenuta nel pomeriggio di oggi 3 dicembre 2024): i termini marziali cambiano a seconda dei Paesi e degli ordinamenti democratici, ma la legge specifica in Corea del Sud – introdotta la prima volta nel 1948 – prevede almeno 5 snodi chiave che entrerebbero in vigore qualora fosse confermata la legge marziale. In primo luogo, la legge vieta il funzionamento dell’Assemblea Nazionale, dei consigli comunali locali e in generale mette al mando tutte le attività dei partiti politici: i media e le pubblicazioni vengono messi sotto controllo del comando operativo, in capo nel caso di Seul al generale Park Ahn-soon. Vengono poi adottate misure atte a ridurre i “disagi” dei cittadini comuni che non hanno ruoli politici o non conducono attività considerate sovversive; quarto punto, la legge marziale vieta tutti gli scioperi o anche semplici assembramenti che incitino alla protesta; da ultimo, il personale medico che deve riprendere il turno di lavoro entro 48 ore dall’ingresso in funzione della legge.
10 VOLTE DAL 1948, IL CAOS DELLA GUERRA CON IL NORD E IL TENTATO GOLPE: ANCORA CAOS LEGGE MARZIALE IN COREA DEL SUD
Ma l’applicazione più importante della legge marziale in Corea del Sud (e non solo) è l’intervento diretto dell’esercito e della polizia per arrestare o perquisire con sequestro senza alcun mandato ordinario: all’annuncio in diretta tv del Presidente Yoon Suk-yeol, il Parlamento è stato sbarrato dai militari per evitare ai parlamentari di poter entrare nell’Assemblea Nazionale e abrogare la legge appena comunicata.
Quella del 2024 è la 10ma volta che la legge marziale in Sud Corea entra in funzione dopo la nascita dello Stato nel 1948: oltre agli esempi eclatanti come la protesta di Yeosu-Suncheon o l’inizio della Guerra di Corea negli anni Cinquanta, è dopo gli anni Sessanta che la norma d’emergenza veniva utilizzata con cadenza molto ripetuta, usata per sedare le varie opposizioni politiche e spesso condannata come abuso anti-democratico dall’ordinamento giuridico in via di sviluppo. Esistono infine due tipi di leggi marziali, quella d’emergenza (invocata oggi) e quella di sicurezza prevista invece per i casi più eclatanti come le guerre o gli attacchi terroristici lanciati direttamente contro lo Stato. Secondo quanto emerge dalle prime fonti in Corea del Sud, il tentativo del Presidente è stato definito un “golpe” provato per rispondere alle richieste di impeachment contro Yoon Suk-yeol.