Si chiama “The Nationality and Borders Bill”, non è ancora in vigore e già sta già sta facendo discutere nel Regno Unito (e non solo): il Governo Johnson, con la Ministra degli Interni Priti Patel (anglo-indiana di origine) sta mettendo a punto la nuova legge sull’immigrazione necessaria dopo l’effettiva Brexit di inizio 2020. I primi punti esposti dalla Ministra dell’Home Affairs trovano già diversi oppositori: Patel ha proposto innanzitutto di creare centri di accoglienza sull’isola di Ascensione nel territorio britannico nell’Oceano Atlantico, a circa 7mila km di distanza alla Manica.
In questo modo, spiega la Ministra Tory, vi sarebbe un fortissimo deterrente all’arrivo di migranti clandestini e soprattutto ai traffici degli scafisti. Vi sarebbero poi le denunce previste per i clandestini in ingresso nei territori Uk, il conseguente “confino” e infine il rimpatrio nel Paese d’origine: insomma, una linea durissima che il binomio Johnson-Patel è intento a presentare nei prossimi giorni a Westminster.
BUFERA SULLA LEGGE DELLA MINISTRA UK
Patel sta pensando nello specifico a inasprimenti di pena durissimi tanto per i trafficanti, quanto per gli stessi migranti: «L’obiettivo della nuova legge è sconfiggere i vili criminali che gestiscono operazioni di traffico di essere umani attraverso la Manica», con pene fino all’ergastolo. Non solo, ricorda ancora la nuova “lady di ferro” della politica Uk, la nuova legge porterà «cambiamenti radicali al fallimentare sistema di asilo da decenni a questa parte». Labour e altre opposizioni definiscono la legge «sciagurata» e parlano di centri di detenzione dove il Governo vuole rinchiudere i migranti intenzionati ad arrivare in Regno Unito: in attesa dell’espulsione o della decisione su eventuali ricorsi, riporta “il Guardian”, queste persone «non saranno detenute sul suolo britannico, ma dovrebbero essere trasferite e confinate su isole semideserte come Ascension Island». Secondo le prime informazioni giunte ai media UK sul disegno di legge presentato alla House of Commons il 6 luglio scorso, il Governo vorrebbe arrivare a “selezionare” direttamente in Africa i richiedenti asilo, trovando nella l’associazione per i rifugiati “Refugee Council” una netta oppositrice, «Questa nuova politica non solo creerà altri problemi burocratici, ma addirittura criminalizza i richiedenti asilo in fuga da guerre e morte», ha spiegato al Guardian il presidente della ong, Enver Solomon.