LEGGE PER VITTIME STUPRI: BUFERA IN SPAGNA

Una riforma per proteggere meglio le vittime di stupri porta alla scarcerazione anticipata di molti aggressori. Un paradosso assurdo che ha suscitato un’ondata di indignazione in Spagna. Ad esempio, un uomo condannato per aver violentato una donna nella sua auto ha visto ridursi automaticamente la sua pena detentiva da sei a quattro anni, quindi è stato ordinato il suo rilascio immediato. Lo stesso giorno un altro stupratore ha visto ridursi la sua pena da 12 a 7 anni di carcere, con conseguente rilascio immediato anche per lui. Stando a quanto riportato da Le Monde, da quando il 7 ottobre è entrata in vigore in Spagna la nuova legge sulla garanzia integrale della libertà sessuale, 13 uomini condannati per reati sessuali sono stati rilasciati prematuramente e quasi 50 detenuti hanno ottenuto una riduzione della pena.



Davanti al Parlamento, i deputati del Partito Popolare (PP) di destra hanno manifestato giovedì con un cartello: “No alla riduzione delle pene per i reati sessuali. Rettifica subito“, chiedendo le dimissioni di Irene Montero, ministro dell’Uguaglianza, che è anche leader del partito di sinistra radicale Unidas Podemos. Anche alcune manifestanti femministe hanno chiesto le dimissioni, criticandola per il suo “lavoro pasticciato“.



IL PASTICCIO DELLA MINISTRA IRENE MONTERO

La legge è stata considerata una delle principali riforme del governo. L’obiettivo del disegno di legge era quello di proteggere meglio le vittime di violenza sessuale, ponendo il concetto di consenso esplicito al centro della definizione dei reati sessuali. Quindi, è stato introdotto nel codice penale spagnolo il concetto che qualsiasi rapporto sessuale non consensuale è stupro. Unificando i reati di abuso e aggressione sessuale, il governo spagnolo ha così affrontato diversi problemi: le poche denunce per la paura delle donne di non essere credute e i tanti casi non seguiti. Ma l’esecutivo non ha previsto gli “effetti collaterali” della legge. Unificando i reati di abuso e aggressione ha prodotto più attenuanti.



Per l’aggressione con penetrazione, il range è stato ridotto da 6 a 12 anni di reclusione a 4 a 12 anni di reclusione. Inoltre, in virtù del principio della retroattività delle sentenze, quando questa va a vantaggio del condannato, i tribunali, su richiesta degli avvocati, hanno iniziato a rivedere le sentenze imposte caso per caso. L’opposizione ritiene che questo pasticcio sia il frutto dell’inesperienza della giovane ministra dell’Uguaglianza, che avrebbe dovuto introdurre una disposizione transitoria nel testo. Ma Irene Montero di fronte alle critiche si è difesa e ha difeso la sua legge, dicendo che è “ben redatta” e che si tratta solo di un “problema di interpretazione e applicazione“. E il governo per ora non intende ritoccare la legge.