ENTRO FINE ANNO IN CDM SBARCHERÀ IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE SULLE PMI: L’IMPEGNO DEL GOVERNO

Un nuovo disegno di legge che punti ad una vera e propria “rivoluzione” sul mondo delle PMI (Piccole-medie imprese) in arrivo entro fine anno in Consiglio dei Ministri: quanto paventato negli scorsi giorni dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso viene ora confermato dalle fonti riportate dal “Sole 24 ore”. La legge 180 del 2011 sullo Statuto delle imprese avrebbe previsto ogni anno una legge delega dei Governi per aggiornare i vari sviluppi e tutele delle PMI italiane ma è inutile dire come ciò sia avvenuto purtroppo molto raramente.



Il Governo Meloni punta invece il ddl sulle Piccole-medie imprese da trasmettere dal MIMIT ai vari Ministri coinvolti, con 12 articoli nella bozza in via di definizione pronta per sbarcare in CdM entro il 31 dicembre 2024: dagli incentivi fiscali per fusioni di impresa alla “staffetta generazionale”, passando per decontribuzioni utili nei contratti di sostituzione, come infine regole nuove per lo smart working. Questo e molto altro è atteso nel pacchetto di norme sulle Piccole-medie imprese per la legge quadro annuale: lo spunto principale è offerto sul profilo fiscale, con i vari incentivi preposti a fondere due o più PMI, ma vanno limate le coperture in capo al Ministero dell’Economia (come da accordi presi nell’ultimo vertice di maggioranza tenutosi a casa Meloni lo scorso weekend). Secondo quanto trapelato dal MIMIT al “Sole 24”, il testo del disegno di legge prevede riconoscimenti fiscali per il valore di avviamento entro limite di 5 milioni, in caso di fusione o scissione aziendale dal 2026 al 2028.



PICCOLE MEDIE IMPRESE, COSA SAPPIAMO FINORA SULLA NUOVA LEGGE

Analoghe misure di incentivi scatterebbero invece per tutte le operazioni di conferimento di azienda in imprese attive da almeno 2 anni (e che non facciano ovviamente parte del medesimo gruppo societario). Un altro incentivo fiscale rientrerebbe nel testo del Ddl PMI per tutte le imprese che aderiscono ad un contratto di “rete”: qui si avvia una detestazione per la quota degli utili – fino a massimo 1 milione – da destinare interamente al patrimonio dell’affare o a quello comune, se però «accantonati ad apposita riserva».



Secondo le attività di smart working la nuova legge sulle Piccole-medie imprese intende creare maggiore elasticità e autonomia gestionale: si prevede il pieno assolvimento degli obblighi di sicurezza e salute del lavoratore, normalmente in capo al datore di lavoro specie in caso di utilizzo dei video terminali, assicurando ogni anno un’informativa scritta sulla sicurezza da consegnare ai lavoratori. Sempre in riferimento al disegno di legge pronto ormai ad arrivare in CdM, l’INAIL verrà chiamata a produrre nuovi modelli semplificati di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavori delle PMI.

Rientra dalla “finestra” una norma già discussa nei mesi passati e ora pronta ad essere introdotta dal Ddl PMI: in sostanza, come anticipato dal Ministro Urso alla Camera, si punta ad un “contratto di sostituzione” per spingere le medie o piccole imprese ad assumere giovani under35 per coprire le ore di lavoro scoperte da chi risulta a 3 anni dalla pensione (i quali invece potrebbero proseguire in part time il tempo rimanente del contratto, garantendo la piena quota di contributi residui). In questo modo la “staffetta generazionale” che si andrebbe a creare potrebbe essere ulteriormente incentivata da strumenti di decontribuzione, in particolare dalla data di decorrenza del contratto sostitutivo fino alla data effettiva del pensionamento del lavoratore più anziano. Nell’ipotesi del Governo Meloni, come riportano i colleghi del “Sole 24 ore”, grazie alla “staffetta” si avrebbe anche il lavoratore prossimo alla pensione come “tutor” dei nuovi assunti, con piano di formazione individuale.