Una legge pro-albergatori del governo Conte potrebbe incrinare ancora di più il già delicato rapporto all’interno della Maggioranza, in particolare con il partito di Matteo Renzi, Italia Viva. A trattare il caso in queste ore è stato il quotidiano IlGiornale, che ha fatto riferimento alla legge inserita nel decreto rilancio e che depenalizza il reato di peculato.



A riguardo il quotidiano meneghino sottolinea come il suocero del premier, Cesare Paladino, proprietario dell’hotel Plaza, era stato accusato di non aver versato la tassa di soggiorno al comune di Roma nel periodo 2014-2018, e di conseguenza iscritto sul registro degli indagati “ma la condanna ad un anno e due mesi – specifica IlGiornale.it in data 15 dicembre – di reclusione è stata successivamente revocata proprio grazie alla norma”. Proprio su questo argomento sarebbe pronta un’interrogazione parlamentare da parte di Italia Viva per cercare di fare luce sulla vicenda.



LEGGE PRO-ALBERGATORI DI CONTE, ANZALDI: “GRAZIE ALLE DEPENALIZZAZIONE IL SUOCERO DI CONTE…”

Stando a quanto riferisce il quotidiano Repubblica, il renziano Michele Anzaldi avrebbe già redatto il documento e a breve lo presenterà alla Camera: cosa succederà a quel punto, e soprattutto, come evolverà il già delicatissimo rapporto fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi? Anzaldi non fa riferimento a questa “faida” interno all’esecutivo, ma spiega semplicemente di volere conoscere “quale sia stato l’ufficio legislativo che ha proposto di inserire la norma per depenalizzare l’omesso pagamento della tassa di soggiorno”. Anzaldi vorrebbe quindi leggere i verbali e capirci qualcosa di più: “Grazie a questa depenalizzazione – le parole del deputato di Iv riportate da Repubblica – il padre della compagna del premier si è visto cancellare, con valore retroattivo, una condanna passata ingiudicato con il patteggiamento. Titolare del Grand Hotel Plaza di Roma, a luglio 2019 (Cesare Paladino) era stato condannato alla pena di 1 anno, 2 mesi e 17 giorni di reclusione per l’omesso versamento al Comune della tassa di soggiorno negli anni 2014-2018, per un totale di 2.047.677 euro”. Stando a quanto spiegato dal ministero del turismo e dello spettacolo la norma fu inserita per aiutare gli albergatori in tempi di pandemia.

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