Sono passati pochi giorni da quando i Verdi – con prima firma del deputato Angelo Bonelli –  hanno presentato la loro legge sull’ecocidio: una fitta (si fa per dire) serie di norme che punterebbero a punire chi – volontariamente o involontariamente – si macchia di reati contro l’ambiente e il clima; disponendo il pagamento delle somme di compensazione del danno arrecato e (addirittura) il carcere per un massimo di 20 anni. Una legge – quella sull’ecocidio – che sta portando parecchi critici e commentatori a sollevare non pochi dubbi e tra questi proprio oggi si è espresso anche il chimico e fisico Franco Battaglia in un lungo articolo pubblicato sul quotidiano La Verità dove ragiona su tutti i punti cardine della proposta, definendola senza troppi peli sulla lingua “scritta coi piedi o, comunque, troppo frettolosamente”; concludendo – ma ovviamente ci arriveremo – che i Verdi sono tra i primi che rischiano il carcere per la loro legge.



Nel suo ragionamento Franco Battaglia parte mettendo in fila tutti gli articoli della proposta, a partire dalla definizione (articolo 1) di un “atto arbitrario con danno grave, diffuso e a lungo termine per l’ecosistema” – appunto l’ecocidio protagonista della legge – per arrivare a tutta un’altra serie di termini collegati, come la “diffusione”, oppure il “lungo termine” – entro un tempo, spiega Battaglia, “ragionevole” non meglio definito -, fino anche all’ambiente considerato dai Verdi “lo spazio esterno: ma ‘esterno’ a che non è dato sapere“.



Interessanti anche gli ultimi tre articoli della legge sull’ecocidio che definiscono – tre e quattro – “la pena va da 12 a 20 anni, due numeri, questi, usciti da non si sa quale cilindro“, spiega Battaglia; e anche la sospensione della pena per chi “risarcisce il danno”, con la formula “potrebbe”: “Mi chiedo chi mai risarcirebbe il danno senza la certezza della sospensione“.

Franco Battaglia: “Ecco perché i Verdi rischiano il carcere se passa la loro legge sull’ecocidio”

Ma il reale punto di tutto il ragionamento di Franco Battaglia sulla legge contro l’ecocidio è rappresentato dal fatto che – spiega su La Verità – che i Verdi sono “i primi ai quali si potrebbe contestare il reato” dato che collegano al termine/reato anche “l’uso dei combustibili fossili”. Infatti, i 10 deputati (come d’altronde i loro colleghi) “prendono aerei, guidano automobili, scaldano le loro case col gas e le rinfrescano con l’elettricità prodotta da gas”; peraltro “con la piena consapevolezza di far danno” e – verrebbe da dire – di macchiarsi del reato di ecocidio.



Nonostante i proclami – ricorda ancora Franco Battaglia – non si può evitare di notare che seppur il Verde “Alfonso Pecoraro Scanio fu ministro all’Ambiente” non ha fatto nulla per ridurre l’impatto dei combustibili fossili sul nostro ecosistema energetico, al punto che oggi “come 40 anni fa (..) contribuiscono per l’85% al nostro fabbisogno”. E come se non bastasse, seppur lo stesso Scanio – “recentemente ospite nel talk show Stasera Italia”, spiega Franco Battaglia – si sia vantato di aver “stanziato 1 miliardo di euro sull’adattamento ai cambiamenti climatici”, predisponendo ben prima della legge sull’ecocidio “normative che hanno a oggi impegnato, io stimo, oltre 100 miliardi nel fotovoltaico”; sembra ignorare che “i parchi fotovoltaici arrecano notevole danno all’ambiente e all’ecosistema”, e si potrebbe ipotizzare – conclude il chimico – il reato di “istigazione all’ecocidio“.