L’iniziativa della Commissione europea per criminalizzare gli stupri in tutta l’Ue rischia di non andare avanti a causa del disaccordo tra i governi nazionali sulla definizione di stupro. La legislazione sarebbe la prima a livello europeo a proteggere le donne vittime di violenza: è stata presentata dalla Commissione nel 2022. Il reato di stupro viene definito come “sesso non consensuale” senza che le vittime debbano necessariamente fornire prove di violenza, minacce o coercizione. “Solo sì significa sì”, dunque, per l’UE, come anche nelle legislazioni di Spagna e Paesi Bassi. I governi dell’Ue, però, sono in fase di stallo da mesi: sono infatti dodici gli Stati che si oppongono alla definizione tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Francia e Germania hanno il diritto di veto.



La “minoranza di blocco” stoppa dunque la legislazione: basterebbe il sostegno complessivo di quindici Stati membri, che rappresentano il 65% della popolazione dell’Ue, per approvarla al Consiglio. L’europarlamentare svedese Evin Incir ha dichiarato a Euronews di essere “molto delusa” dal presidente francese Emmanuel Macron e dal ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann. Quella definizione di stupro, infatti, sarebbe allineata al governo di Viktor Orbán, che sta “smantellando i diritti delle donne in Ungheria”. Incir ha affermato: “È al di là della mia comprensione come due uomini liberali possano, mano nella mano con un illiberale, formare una minoranza. Mi aspetto questo da Orbán, ma non mi aspetto questo da Macron o Buschmann. Ma la realtà ci dice che ci sono tre uomini che stanno decidendo il futuro delle donne e delle ragazze”.



Legislazione sullo stupro, Francia e Germania bloccano l’approvazione

Incir, europarlamentare svedese, è fra i negoziatori per il Parlamento europeo sulla legislazione dello stupro e sostiene che il partito socialista del cancelliere tedesco Olaf Scholz sia favorevole a questa definizione: i suoi partner di coalizione, però, non sarebbero della stessa idea. Mentre la Germania si è rifiutata di appoggiare la definizione per motivi legali, il veto della Francia entra nel merito della questione. Un portavoce del governo francese ha affermato però il contrario: poiché il diritto penale è di competenza degli Stati membri, i reati di stupro devono essere perseguiti a livello nazionale, secondo il Paese d’oltralpe.



Secondo la legge francese, i criteri per considerare l’aggressione sessuale uno stupro sono già di per sé “flessibili”, come riporta Euractiv. In Francia il reato è punibile fino a 15 anni di reclusione, rispetto agli 8 previsti dalla direttiva europea. Per l’associazione European Women’s Lobby il veto francese e tedesco è “vergognoso” e “completamente ipocrita”. Entrambi i Paesi fanno parte della Convenzione di Istanbul, che considera l’assenza di consenso in un rapporto sessuale come stupro. La Convenzione deve ancora entrare in vigore in cinque Stati membri: Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania e Slovacchia.