La legge sulla legittima difesa voluta da Matteo Salvini è stata promulgata questa mattina dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma come avvenuto col decreto Sicurezza, il Capo dello Stato ha aspettato un mese per varare il provvedimento e sollevato aspetti potenzialmente incostituzionali. Il primo riguarda la differenza di trattamento tra chi viene condannato per furto e rapina. La possibilità di sospendere la pena, se inferiore a due anni e non si è recidivi, è subordinata al risarcimento del danno, ma “lo stesso non è previsto per il delitto di rapina”. L’altro invece ha a che fare con le spese finanziarie legate al processo. “L’articolo 8 della legge stabilisce che, nei procedimenti penali nei quali venga riconosciuta la legittima difesa domiciliare, le spese del giudizio per le persone interessate siano poste a carico dello Stato, mentre analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio”. Quindi la legge sulla legittima difesa crea una disparità tra coloro che si difendono, in maniera legittima, in casa e tutti gli altri che lo fanno altrove. Mattarella ha espresso dubbi anche sul “grave turbamento psichico” della persona rapinata o derubata in casa propria. La riforma prevede che non si possa essere puniti se ci si difende ferendo o uccidendo il ladro, nel caso in cui si riesca a dimostrare di averlo fatto perché si aveva molta paura. Ma per il Capo dello Stato non è, però, possibile considerare questa condizione psicologica una causa di non punibilità. (agg. di Silvana Palazzo)



SALVINI “ASCOLTO CON INTERESSE MATTARELLA”

Lettera del presidente della repubblica italiana, Mattarella, in merito alla questione della legittima difesa. Il capo dello stato ha promulgato il decreto legge voluto fortemente dal ministro Salvini e della Lega, aggiungendo comunque qualche precisazione. Immediata la replica del titolare del Viminale, che ha spiegato: «A me interessa che i rapinatori abbiamo paura quando fanno il loro mestiere. Io ascolto con interesse estremo i rilievi del Capo dello Stato. La legittima difesa e legge, è legge dello Stato e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passare anni davanti ad un tribunale in Italia». Poi in maniera ironica, il leader del carroccio ha aggiunto: «Vorrei vedere qualche giudice della Consulta, Dio non voglia che si trovasse in casa qualcuno armato e sta lì a sfogliare il Codice penale prima di difendere se stesso e i suoi figli. Siamo seri! Chi entra in casa altrui armato, da oggi ne paga le conseguenze. Oggi fare il rapinatore è più pericoloso rispetto a ieri…». Soddisfatto anche Franco Birolo, il tabaccaio di Civé di Correzzola Padova, che nel 2012 sparò e uccise un ragazzo moldavo: «La promulgazione di questa legge è la vittoria di tante vittime». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MATTARELLA PROMULGA LEGGE LEGITTIMA DIFESA MA…

La Legittima Difesa è ora ufficialmente legge: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato e promulgato la legge votata in Parlamento con il voto (sofferto ma raggiunto) del Governo Lega-M5s, non però senza diverse osservazioni lasciate dal Colle in una lunga lettera inviata alle Camere e alle principali cariche dello Stato (compresi i vicepremier Salvini e Di Maio dunque, ndr). In mattinata il Quirinale ha reso noto sia la firma e la promulgazione ufficiale della Legge che rivoluziona il codice penale in materia di Legittima Difesa, sia la lettera inviata ai presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, della Camera, Roberto Fico, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «La nuova normativa non indebolisce né attenua la responsabilità dello Stato», ha voluto stabilire il Colle ponendo qualche “punto sulle i” dopo le furibonde battaglie in Parlamento delle opposizioni di Pd e parte del M5s nel merito della legge voluta fortemente da Matteo Salvini e dalla Lega. «Il provvedimento si propone di ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un’offesa ingiusta, realizzata all’interno del domicilio e dei luoghi ad esso assimilati, il cui fondamento costituzionale è rappresentato dall’esistenza di una condizione di necessità», scrive ancora il Presidente della Repubblica nelle sue note.



LE OSSERVAZIONI DI MATTARELLA

Più che osservazioni paiono perplessità quelle emerse da Mattarella nella lettera spedita al Governo e alle Camere: «Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia», sottolinea il Colle, approfondendo poi nel merito i punti cardine della legge sulla “Legittima Difesa sempre”. «L’art.2 della legge, modificando l’art.55 del codice penale – scrive ancora Mattarella -, attribuisce rilievo decisivo “allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto”: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta». Altra perplessità sollevata dal Quirinale riguarda invece il tema della legittima difesa “domiciliare”: «l’articolo 8 della legge stabilisce che, nei procedimenti penali nei quali venga loro riconosciuta la legittima difesa “domiciliare”, le spese del giudizio per le persone interessate siano poste a carico dello Stato, mentre analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio».