Oltre ad aver annunciato l’arrivo di un quarto vaccino, la Russia è pronta a lanciare un farmaco in grado di prevenire le complicazioni da Covid. Si tratterebbe quindi del primo farmaco anti Covid, visto che al momento abbiamo a disposizione solo i vaccini che sono in grado di prevenire la malattia, mentre questo farmaco ha l’obiettivo di curare chi si infetta. Si chiama Leitragin ed è stato registrato dal ministero della Salute russo. È un farmaco inalatorio per il trattamento e la prevenzione della polmonite causata dal nuovo coronavirus. La registrazione è stata effettuata il 25 maggio, mentre è in fase di lancio la produzione industriale. Questo farmaco è il primo volto a prevenire e combattere la tempesta di citochine causata dal Covid.



Sono stati condotti studi clinici su 320 pazienti con sintomi moderati di Covid: nessuno di loro è morto, nessuno ha sviluppato sintomi gravi. Anzi, i pazienti che hanno assunto Leitragin si sono ripresi nel giro di 8 giorni rispetto ai 14 per coloro che hanno ricevuto il trattamento standard, non specifico.

LEITRAGIN, COME FUNZIONA PRIMO FARMACO ANTI COVID

«Leitragin è un farmaco unico», ha dichiarato Tatiana Yakovleva, primo vice capo dell’Agenzia federale russa medica e biologica, a Izvestiya. «Leitragin mira a garantire che le citochine (piccole proteine che dirigono la risposta immunitaria del corpo, ndr) non siano prodotte e la persona rimanga viva». Un farmaco mirato, a differenza di quelli esistenti che trattato i sintomi. Quelli attualmente a disposizione sono in grado di ridurre l’impatto della tempesta di citochine e di rallentarne la progressione, invece Leitragin ne impedisce proprio la produzione. Yakovleva non si è sbilanciata però riguardo i tempi: «Speriamo arrivi il più presto possibile. È stato registrato, e ora abbiamo bisogno di metterlo in produzione rapidamente». Il ministero della Salute russo dovrà anche decidere se ci sarà una prescrizione, ma intanto non esclude che possa essere usato per profilassi, ma la decisione spetterà al medico, anche alla luce degli esami del sangue. «Non si può semplicemente dire: “mi sono ammalato, mi sto curando a casa e ho deciso di inalare con esso”. Assolutamente no».



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