Lele Spedicato e Clio Evans, ospiti di L’Ora Solare su Tv2000, hanno parlato del loro amore fatto di “coincidenze e miracoli”, raccontato anche nel libro dal titolo “Destini – La nostra storia, vera e piena di speranza”. Il chitarrista dei Negramaro e la moglie, infatti, hanno avuto un vissuto simile. “Entrambi siamo nati il 26 ottobre, seppure con un anno di differenza”, hanno rivelato. Questo, tuttavia, è soltanto uno dei punti in comune.



Il loro primo incontro quasi per caso nel 2013. “Eravamo a Roma. Io lavoravo come responsabile di cassa in un ristorante. Una sera arrivano i Negramaro, gli chiesi una foto per un collega e alla fine ne facemmo anche una insieme. Non sapevo chi fosse, mi dissero che era il chitarrista”, ha raccontato Clio. Sei mesi dopo un nuovo incontro. “Io ero single da un po’ di tempo, ero pronta ad innamorarmi e pregavo Gesù di farmi conoscere qualcuno. Mi ha ascoltato. È rientrato nel locale, questa volta da solo, e abbiamo iniziato a conoscerci”. È scattata subito la scintilla. “Quattro anni dopo ci siamo sposati. Avevamo intenzione di fare un matrimonio intimo in Grecia, nell’isola di cui mia madre è originaria, con soltanto 18 persone. Poi quando siamo tornati in Italia ci sono venuti i sensi di colpa e abbiamo fatto una festa grande”. Poi la nascita dei due figli, Ianko Diana.



Lele Spedicato e Clio Evans: “Amore tra coincidenze e miracoli”. I momenti difficili

Ad unire le storie di Lele Spedicato Clio Evans, però, non sono soltanto i momenti felici. Entrambi, infatti, hanno vissuto un periodo buio. “Nel pieno della mia giovinezza, a 20 anni, quando provavo come i miei coetanei un senso di immortalità, ho iniziato a soffrire di forti mal di testa. Dopo due settimane, in preda a dolori atroci, alle 2.00 di notte, ho chiamato un’ambulanza e ho chiesto aiuto. Mi hanno ricoverata d’urgenza. La prima diagnosi fu di un tumore maligno, successivamente i medici capirono che si trattava di una placca anomala di carattere demielinizzante di 5 centimetri. Era un mandarino che mi comprimeva un’area della testa”. La sua vita fu salva grazie ad una operazione.



Dopo il matrimonio, però, l’incubo si sarebbe ripresentato. “Avevo dimenticato la sofferenza vissuta, eravamo appena sposati e io incinta all’ottavo mese. Lele si è svegliato con un terribile mal di testa e nell’arco di 20 minuti è crollato. Credevo avesse delle crisi epilettiche, ma era un ictus. Ho chiamato l’ambulanza. Era lunedì mattina e per fortuna tutti i medici erano liberi, per cui l’arrivo è stato molto rapido. La nuova casa dove eravamo andati ad abitare era vicina all’ospedale. È come se ci siano state una serie di coincidenze fortunate”.

Lele Spedicato e Clio Evans: “Amore tra coincidenze e miracoli”. L’incubo del chitarrista dei Negramaro

Lele Spedicato ha vissuto per quasi un mese in coma, con la moglie Clio Evans al nono mese di gravidanza sempre al suo fianco. Poi il risveglio e il lungo percorso per tornare alla normalità. “Avevo promesso a Clio che quando avrebbe partorito mi sarei alzato e avrei tenuto in braccio nostro figlio. Ero ricoverato al Santa Lucia per la riabilitazione, non riuscivo neanche a stare seduto da solo. La ripresa è stata molto dura, ma ci sono riuscito. Lo staff dell’ospedale è stato bravissimo, io ho avuto tanta forza di volontà”. Anche a Giuliano Sangiorgi aveva fatto una promessa. “Mi chiese di benedire il tour dei Negramaro in occasione della prima tappa, il 14 febbraio 2019. Io non potevo ovviamente suonare, mi sostituì mio fratello Giacomo. Gli ho giurato che sarei tornato sul palco e l’ho fatto”.

Il suo libro è in questo modo una testimonianza di speranza. “Io non vivo il mio vissuto come un trauma, non è un ricordo negativo. Ci sono molti casi in cui non è accaduto il mio miracolo, per cui il mio pensiero va sempre alle persone che non sono riuscite ad avere la forza e la fortuna di riprendere in mano la loro vita. Io ho avuto la possibilità di rinascere, per cui la mia missione è quella di essere migliore di prima. I medici del Santa Lucia ci hanno stimolato a scrivere la nostra storia per dare uno stimolo a chi sta soffrendo”, ha concluso.