Lele Spedicato, chitarrista dei Negramaro, ha ricordato a “Verissimo”, trasmissione di Canale 5, il dramma del 17 settembre di quattro anni fa, quando fu colpito da un ictus preceduto da un insolito mal di testa e dalla perdita della vista da un occhio: “Rammento quel giorno come un giorno benedetto, non maledetto, perché ho avuto e ho una seconda possibilità per essere migliore di prima. Dopo quei frangenti si cambia, hai una prospettiva diversa nei confronti di ogni secondo che tu vivi. Dai una profondità diversa alla vita, ai rapporti d’amore, d’amicizia, di fratellanza. L’ultimo frammento che ho è quello di aver chiesto un bicchiere d’acqua naturale a Clio e di essere uscito in giardino, chiedendole poi di chiamare un’ambulanza”.
Fu un’emorragia cerebrale spontanea, probabilmente dovuta a un picco pressorio. La moglie, Clio Evans, non poteva credere a quello che stava accadendo: “Ero incinta di otto mesi, non ci potevo credere. Le prime diagnosi erano mostruose. Mi sono appellata a tutta la mia forza spirituale e interiore. Mi sono staccata da me stessa, guardando la scena da fuori, senza fare domande”. Quando si risvegliò, Lele Spedicato muoveva gli occhi per comunicare: “In un’altra dimensione ho incontrato mia nonna materna Nella e il papà di Giuliano Sangiorgi. Loro due mi hanno detto che non c’era posto per me e mi hanno fatto ritornare in mezzo a voi. Quando mia nonna mi ha spinto fuori da questo cancelletto in cui mi trovavo, ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato in rianimazione a Lecce. È stata un’esperienza molto forte, che sento di avere vissuto realmente. Per la riabilitazione ho dovuto ricominciare da zero: non stavo seduto, se non legato, non riuscivo a camminare, non riuscivo a parlare”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Lele Spedicato e il dramma della malattia: “Le mani erano fuori uso e…”
Lele Spedicato è il chitarrista dei Negramaro. L’artista ha avuto un periodo difficile a causa d un grave problema di salute per cui è stato in pericolo di vita. Lele Spedicato ha avuto un ictus nel 2018: il chitarrista dei Negramaro il 17 settembre di quell’anno è infatti improvvisamente caduto a terra, dopo aver avvertito una fortissima fitta alla testa, mentre si trovava nella sua casa, in Puglia. Ne ha fatto seguito un’emorragia cerebrale che l’ha portato in rianimazione per una ventina di giorni. Da lì c’è stato un periodo di grande preoccupazione per il suo recupero e le condizioni di salute in cui l’artista versava. Lele Spedicato è rimasto in rianimazione per circa venti giorni. Al momento dei fatti, la moglie Clio Evans era incinta del loro primogenito Ianko, ed è stata lei a chiamare immediatamente i soccorsi.
Oggi Lele Spedicato sta bene e si è ripreso; il musicista ha deciso di raccontare questa tremenda esperienza: “Ero in un piccolo giardino, con un cancello e un ulivo. Lì ho incontrato mia nonna Nella e Gianfranco, il papà di Giuliano. Mi sembrava incavolato. “Vattene via, qui non c’è posto per te” mi diceva. Così mia nonna mi ha preso per un braccio per accompagnarmi: appena uscito dal cancello, ho aperto gli occhi ed ero nella rianimazione dell’ospedale”. Lele ha poi aggiunto: “Non era un sogno. Era reale. Non ho paura di quello che ho visto. La paura l’ho provata dopo. Sentivo qualcosa dentro che non riuscivo a riconoscere: era la paura di non sapere perché fosse successo, del fatto che potesse ricapitare. La mia vita spirituale si è amplificata: ho sempre pregato, da allora lo faccio due volte al giorno”.
Lele Spedicato e l’abbraccio con il figlio: “Me lo hanno messo in braccio e…”
Dopo l’ictus, Lele Spedicato non ha avuto conseguenze fisiche e mentali. L’artista ha dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione per tornare a camminare, a correre e a saltare. Le sue mani erano fuori uso e questo all’inizio ha rischiato di compromettere il suo lavoro di musicista. A tal proposito, Lele Spedicato aveva rivelato: “Erano fuori uso. Una delle conseguenze era l’ipertono, la sinistra restava serrata e il braccio attaccato al corpo. Quando mi hanno detto che sarebbero stata l’ultima cosa a riprendere una funzionalità regolare è stato un secondo choc. Confrontarmi con la realtà è stato un disastro. Nella mia testa c’era tutto, ma era come se ci fosse un muro prima delle mani. Sono tornato indietro di 25 anni. Sono ripartito da zero, dal giro di Do”.
Lele Spedicato non poté nemmeno assistere al parto della moglie in quanto i medici gli consigliarono di evitare emozioni in quanto già provato e debilitato. Lele Spedicato ricorda quel momento: “Mezz’ora dopo il parto ero al Gemelli, sulla sedia a rotelle, e me lo hanno messo in braccio: indescrivibile. La sua energia mi aiuta, mi regala momenti di gioia e felicità”. In questi momenti, i Negramaro e Clio Evans sono stati sempre accanto a Lele Spedicato facendogli sentire il loro affetto.