Lele Spedicato: “Malore? Giorno benedetto”
Nel 2018, Lele Spedicato, chitarrista dei Negramaro, ha rischiato la vita per un’emorragia cerebrale in seguito alla quale è rimasto in coma per 10 giorni. “Per me è un giorno benedetto, non lo chiamerò mai maledetto. Quel giorno sono rinato. Non è vero che si vive una volta sola”, racconta Lele Spedicato al Corriere della Sera in un’intervista doppia con la madre dei suoi figli.
Clio, rivela: “Lo chiamo ‘Il gemello nascosto di Ianko’. Avete presente quando c’è un gemello che non si vede nell’ecografia? Prima del malore Lele era un rockettaro gentiluomo, faceva tutto lui… Io ero incinta di 8 mesi. Mi sono ritrovata con due bambini, Lele ha dovuto reimparare tutto. A partire dal camminare. Mi chiedevo se ce l’avrebbe fatta prima lui o Ianko“. Con l’aiuto della sua Clio, che nel frattempo ha messo al mondo proprio Ianko e poi, nel 2022, Diana, Lele ha imparato nuovamente a camminare, mangiare ed essere indipendente. Oggi è tornato alla sua vita di prima, con un modo di guardare il mondo che però non sarà mai quello di una volta.
Lele Spedicato: “Mia moglie mi ha salvato la vita”
Nell’intervista al Corriere della Sera, Lele Spedicato racconta: “Prima del malore facevo 10 chilometri di corsa e 11 minuti di plank ogni giorno. L’immagine che avevo di me era sui palchi degli stadi con i Negramaro… Dopo il coma non riuscivo nemmeno a stare seduto, dovevano sostenermi legando il busto alla sedia. Per motivarmi mi dicevo che un giorno avrei voluto correre una maratona. Dopo le prime settimane di riabilitazione a Roma, quando siamo tornati in Salento, Francesco Tancorra, un impiegato dell’ospedale di Scorrano con la passione per la corsa, mi chiede se avessi voglia di correre. Lui ha aperto la strada al progetto #Lelerun ed è nato un gruppo fantastico che organizza manifestazioni benefiche. Oggi corro 9 chilometri…”.
Clio Evans, anche fa con lui i 9 km ma, racconta, “Mi lamento tutto il tempo… nel frattempo però ho fatto due figli”. La coppia ancora più unita dopo la tragedia del 2018, percorre però ogni passo insieme: “La cosa importante è che in ciascuna di queste gare abbiamo tagliato il traguardo insieme. Del resto lei è il motivo per cui io sono qui. Mi ha salvato Clio quel 17 settembre“.