Tra gli ospiti di ‘Da noi a ruota libera’ ieri c’erano Lele Spedicato – famoso per essere tra i membri fondatori dei Negramaro – e la moglie Clio Evans che hanno parlato interamente della loro relazione iniziata nel 2003 dopo che l’attrice uscì da una storia “con un uomo più grande – racconta – che era molto travagliata e che grazie al cielo piano piano è finita”: dopo la rottura fece un viaggio in Grecia e ricorda che “già mentre eravamo in viaggio ho iniziato a sentire questo dolore dentro all’orecchio” al quale non ha dato particolare attenzione, almeno fino al ritorno quando scoprì “in preda al dolore lancinante” di soffrire di “un tumore alla testa”.



“Mi operarono d’urgenza con un intervento piuttosto invasivo – ricorda ancora Clio Evans – per rimuovere questa cosa che (..) scoprirono essere un placca anomala demielinizzante che premeva” sul cervello; ma da quel momento tutto andò per il verso giusto fino a quel 2013 in cui – mentre si trovava in un ristorante – incontrò Lele per la prima volta che le chiese nel marasma di fan di scattarsi una foto assieme. Un incontro che si concluse in quello stesso momento, salvo poi ripetersi un anno dopo: “Avevamo appena finito un tour in Europa – ricorda Lele Spedicato -, eravamo a Roma e mi mandarono nello stesso hotel dall’anno precedente. Entro nella sala ristorante e la prima persona che vidi fu Clio” che – racconta lei – “gli dissi: ‘tu con quel ciuffo ti prendi solo un caffè?'” dando il via ad una storia che continua ancora oggi.



Lele Spedicato: “È stata mia nonna a salvarmi dal coma”

Da quel secondo incontro, tra Lele Spedicato e Clio Evans iniziò – appunto – una bellissima storia d’amore che piano piano li ha portati vero il matrimonio e l’attesa gravidanza del primo figlio: un evento gioioso che nell’arco di otto mesi scivolò verso “l’imprevedibile” perché – racconta lei – “Lele lamentò questo mal di testa che nell’arco di 15 minuti gli ha fatto perdere i sensi. Cadde per terra svenuto” e nonostante lei chiamò immediatamente il 118, “quando arrivò l’ambulanza – racconta commossa – lui è entrato in coma“.



La palla qui passa a Lele Spedicato che ricorda di aver vissuto in quei difficilissimi momenti “un’esperienza” nel corso della quale incontrò “la mia cara nonna Nella e il papà di Giuliano, Gianfranco, che erano mancati da poco”: il trio – racconta ancora – si trovava “nel giardino di una casa e loro sorpresi di vedermi lì. Mi chiesero cosa stessi facendo in quel posto e Gianfranco mi prese per un braccio, mi diede un calcio nel sedere e disse che lì non c’era posto per me, che dovevo andarmene”, e mentre “la nonna mi spinse fuori dal cancelletto” ricorda chiaramente di aver “riaperto gli occhi” scoprendo di essere “in sala rianimazione”, giusto in tempo per conoscere suo figlio.