Si commuove Enrico Mentana a Verissimo ricordando sua mamma Donatella. “Mia mamma era buona – esordisce il giornalista, accennando al difficile passato al quale è stata sottoposta – e, insieme a sua sorella, è stata segnata da giovanissima perché era di religione ebraica, quindi durante la guerra è stata nascosta per due anni assieme alla famiglia in un granaio.” Enrico Mentana tiene però a sottolineare di non conoscere i dettagli della persecuzione vissuta da sua madre e dalla sua famiglia “Lei non mi ha mai parlato di quelle cose, ci ha preservato da quelle brutture e questo lo ha reso una donna di una bontà disarmante.” Così, commosso, conclude: “Il ricordo di lei infatti oggi è struggente, – e ricorda al pubblico – lei si chiamava Donatella…” (Aggiornamento di Anna Montesano)



Enrico Mentana e il ricordo di sua madre

Lella è la donna più importante della vita di Enrico Mentana, se non altro perché è stata colei che l’ha cresciuto dopo averlo messo al mondo. Enrico parla volentieri di sua madre, sia nelle interviste che sui social network, ammettendo che per anni, prima della scomparsa, è stata il suo migliore punto di riferimento. Ma lo è ancora oggi: “Questa foto è di 70 anni fa”, scrive Mentana su Instagram sotto al primo piano di una giovane in bianco e nero, “e oggi, 4 ottobre, sono 20 anni da che se ne è andata. Ma il suo sorriso è sempre la mia bussola”. Nonostante i suoi 64 anni, Enrico si sente ancora figlio. Lella lo diede alla luce nella Milano del dopoguerra, dopo le persecuzioni nazifasciste a carico degli ebrei. Lella visse in prima persona il dramma della Shoah, essendo a sua volta un’ebrea di origini maceratesi. Suo marito Franco, padre di Enrico, era invece calabrese. Mamma Lella è la protagonista del racconto di Mentana a Verissimo, che con Silvia Toffanin ripercorre i momenti più drammatici della sua esistenza: “A causa delle persecuzioni contro gli ebrei, è stata nascosta con la sua famiglia per due anni in un granaio in montagna, ma ci ha preservato non raccontandoci nulla di quello che le era successo”, ha fatto sapere il giornalista. Per lui è stata una donna di grande bontà; ancora oggi, il ricordo della madre è uno di quelli che custodisce più gelosamente.



Enrico Mentana racconta mamma Lella

Non è la prima volta che Enrico Mentana dedica un post alla madre scomparsa. Il giornalista sfrutta ogni occasione per tenere viva la sua memoria di ebrea perseguitata, facendo spesso riferimento ai racconti di quando era ancora tra noi. Il pretesto, l’ultima volta, è stato un fatto di cronaca con per oggetto il “nuovo” terrorismo: “Mia mamma era di Macerata”, ha scritto su Facebook, “e siccome apparteneva a una minoranza a rischio di vita dovette nascondersi per un anno con la madre il padre e la sorellina in un fienile sui monti, fino alla Liberazione. Tutti oggi parlano dello sparatore, per dargli del terrorista, del fascista, del pazzo o della testa calda, dell’isolato o del cittadino esasperato, o perfino del vendicatore. Nessuno parla dei feriti, di chi sono, che storie hanno, come stanno”. L’operazione di Mentana è completamente diversa, in questa come in altre occasioni. Il punto di vista che mette in evidenza è quello degli “svantaggiati”, prestando la voce a un racconto forse poco professionale (perché relativo al suo privato) ma molto umano.

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