Lello Arena, ospite a “Da Noi a Ruota Libera”, si racconta, partendo dal suo passato nello sport e in particolare nel rugby: “Ho fatto prima il tallonatore, poi il pilone. Ho imparato dal rugby molte cose che ancora oggi fanno parte della mia vita e della mia giornata. Tipo che non si fa niente da soli, che bisogna lavorare in squadra. È finita perché il campionato si giocava di sabato e noi la domenica avevamo gli spettacoli. Allora Massimo Troisi mi chiese di scegliere”.
Proprio lì, nel paese in provincia di Napoli, Lello ha conosciuto il comico scomparso nel 1994: “Sono cresciuto a San Giorgio a Cremano. I miei genitori lavoravano ma comprare una casa a Napoli era piuttosto complicato. Sono stato lì fino a 10-11 anni, poi mi hanno detto che avevano comprato casa lì. Io li ho maledetti dicendo qualunque cosa ma non potevo sapere che stavano realizzando una delle cose più straordinarie che mi potessero capitare nella vita. Prima il teatro, poi l’incontro con Massimo Troisi…”.
Lello Arena: “Massimo Troisi c’è sempre”
Tra Lello Arena e Massimo Troisi, l’amicizia e la collaborazione è nata quasi per caso: “Con Massimo non ci siamo ‘incontrati’, fa parte della leggenda della smorfia. La smorfia aveva sparpagliato i suoi componenti qua e là. Io Massimo non ho mai saputo che fosse a San Giorgio. Un giorno stavamo per fare uno spettacolo nella parrocchia ma un ragazzino si ammala con la febbre a 40. Lì dietro abita un ragazzino divertente, che faceva ridere tutti. Aspettavo il ragazzino, ma davanti la porta vedo un bambino con il copione in mano. Gli chiedo se fosse il sostituto e lui mi dice di no. Poi sale sul palco e doveva dire una lista di cose, le dice tutte in disordine e la gente ride. Poi per mesi non l’ho più visto. A Ferragosto, alle 2 e mezza del pomeriggio, sento il citofono ed era lui”
Nonostante non sia più con noi da trent’anni, Lello Arena non ha dubbi: “Massimo non mi manca, è sempre ben presente nelle mie giornate. Secondo me ha trovato un sistema per esserci sempre nelle mie giornate, idealmente”. Infine, poi, una domanda “piccante”: “Cosa piace di me alle donne? Quello che riesce a passare è che con me si può giocare. E invece normalmente, quando si va in queste cose di eros e di sesso, ci si prende sempre troppo sul serio. Invece se mentre uno lo fa si può anche divertire, è tanta roba. Io un uomo da sposare? È successo già due volte… Mia mamma cercava sempre di tenermi su, io sono fuori sincro e lei mi diceva che non dovevo preoccuparmi perché avrei solo dovuto trovare qualcuno a cui piace qualcuno come me“.