Per la prima volta nella storia un gruppo di ricercatori è riuscito a “catturare” l’energia solare tramite un satellite lanciato nello spazio. Si tratta di uno dei grandi sogni futuristici prodotti dalla penna di Isaac Asimov già nel 1941, ma fino ad oggi la comunità scientifica era concorde sul fatto che fosse un sistema poco efficiente, troppo costoso e complicato rispetto alla resa complessivamente stimata.



Il California Institute of Technology, però, ha dimostrato che in realtà è effettivamente possibile raccogliere l’energia solare nello spazio e convertirla per l’utilizzo terrestre, anche a costi ridotti. Seppur sia un primo passo, con una resa non sufficiente ad alimentare neppure una lampadina, aprirebbe la strada a tutta una nuova serie di progetti, con alcuni stati che già da tempo stanno finanziando programmi simili stimando rese nell’ordine dei gigawatt. Il processo con cui si può raccogliere e convertire l’energia solare nello spazio è piuttosto semplice, almeno sulla carta, e prevede il lancio in orbita di specifici satelliti dotati di pannelli fotovoltaici, che rimanendo sempre esposti al sole raccolgono energia. Questa, poi, viene inviata sulla Terra e “ricevuta” tramite apposite antenne che la convertono e la immettono nella rete elettrica normale.



Vantaggi e problemi dell’energia solare raccolta nello spazio

Insomma, la possibilità di raccogliere energia solare direttamente nello spazio aumenterebbe la resa generale dei pannelli terrestri, che sarebbero esposti ad una luce 8 volte maggiore di quella che arriva sulla Terra e senza perdite di resa di notte o nelle giornate nuvolose. Inoltre, si tratterebbe di una fonte energetica completamente green, illimitata ed economica (con il rientro dell’investimento iniziale per la massa in orbita stimato in una 20ina d’anni).

Ma così come vi sono dei vantaggi, ovviamente la raccolta di energia solare nello spazio presenta anche diversi, importanti, svantaggi. Innanzitutto, i costi stimati sull’ordine dei 16 miliardi per la centrale e sotto i 4 miliardi per ogni singolo satellite. Ma anche la resa, perché alcuni studi stimano perdite d’efficienza anche del 95%. Inoltre, ogni singolo satellite dovrebbe avere un diametro di circa 1,5 km, così come le antenne avrebbero a loro volta diametri di diversi km. Infine, si teme che la popolazione potrebbe essere poco restia a convivere vicino ad enormi impianti per la raccolta di energia solare dallo spazio che lavorano con le microonde, seppur queste siano completamente sicure, più di quelle utilizzate dall’elettrodomestico.