C’è anche Leo Gassman, vincitore nella categoria Nuove Proposte del 70° Festival di Sanremo, tra gli ospiti della puntata di Una storia da cantare in onda questa sera in replica su Rai1. Proprio a Sanremo è dedicata questa tappa del viaggio nella musica italiana di Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero, conduttori del programma, che accoglieranno in studio Gassman per cantare con lui almeno uno tra i brani iconici che hanno segnato la storia del Festival. A lui personalmente, l’esperienza sanremese ha dato “più voglia di crescere e migliorarmi”. Lo racconta in un’intervista di aprile al Corriere della Sera: “L’ho visto come un primo passo verso un percorso che spero possa accompagnarmi per il resto della mia vita. La musica per me è tutto”. Il secondo singolo estratto dal suo album Strike, Maleducato, ha ottenuto un successo certamente minore rispetto al brano che gli ha permesso di trionfare sul palco dell’Ariston, Vai bene così, attualmente a quota 5,9 milioni di visualizzazioni su Youtube, ma comunque soddisfacente, considerando che si tratta pur sempre di un esordio.



Leo Gassman, un cognome che non pesa

Certamente Leo Gassman era già noto ai più come figlio di Alessandro e nipote del più famoso Vittorio, ma ciò – dice – non ha rappresentato un ostacolo al successo. Anzi: “Mi ha solo dato la voglia di credere sempre più in me stesso e di crearmi un percorso mio rischiando di cadere. Sono stato fortunato anche ad incontrare dei maestri di vita che mi hanno aiutato a trovare la chiave per l’equilibrio e la felicità”. Certamente, qualcuno che l’ha contrastato e scoraggiato a continuare c’è stato, ma lui – giovane com’è – mostra già grande maturità nel rispondere alle critiche. A quel produttore che gli disse che non ce l’avrebbe fatta, oggi, non replicherebbe niente di che: “Lo ringrazierei e lo abbraccerei forte. L’odio è un strumento pericoloso, io preferisco rispondergli con amore, ma soprattutto con la mia musica”.



Il futuro artistico di Leo Gassman

Nel suo nuovo singolo, Leo Gassman parla appunto dei rapporti umani e della maleducazione: “I rapporti umani sono fondamentali per me. Sono ciò che danno speranza ai sogni di ognuno di noi. In Maleducato, ho cercato di rappresentare tutte quelle persone che scelgono la via dell’amore e della generosità”. Poi racconta la sua carriera, a partire dagli inizi all’età di 14 anni, dopo aver vinto un concorso di interpreti organizzato da Marco Rinalduzzi: “All’epoca mi venne data la possibilità di poter scrivere un brano, mi chiusi in casa di un poeta amico di famiglia. Gli chiesi come si scriveva un testo e lui mi rispose che tutto ciò che avevo da dire era già dentro di me, dovevo solo ascoltare la voce interiore e dargli spazio. Così fu”. Il suo futuro, per inciso, lo vede “pieno di gioia”: “Credo molto nella mia generazione e in quelle che verranno. Abbiamo grandi responsabilità e sfide da perseguire,  ma sono convinto che cela faremo, insieme. Per quanto riguarda la musica, mi piacerebbe che l’ambiente musicale diventasse un luogo di condivisione per crescere insieme e sostenerci a vicenda. Solo dalla condivisione possono nascere grandi cose”.

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